Racconto di Maddalena Farruggia

(Prima pubblicazione – 7 aprile 2020)

 

Guardo la mia agendina per controllare gli appuntamenti, che ovviamente ho posticipato; ho chiamato tutti, ad uno ad uno, al telefono per spiegare che vista la situazione ho dovuto reinventare il mio lavoro ed ora faccio le sedute via Skype, anche se mi manca il rapporto diretto con i miei pazienti… Ma in questo caso sono io a dover pazientare per poter riaprire il mio studio di psicologia.

È appena passato un mese.. Eh sì, marzo pazzerello che quando c’è il sole prende l’ombrello…  Stavolta però non è stato pazzerello per il meteo, ma è stato un mese particolare, perché sembra che non lo abbiamo vissuto, o meglio lo abbiamo vissuto in modo diverso, certamente in modo più consapevole. Con le disposizioni date dal Governo ci siamo chiusi in casa e abbiamo iniziato una nuova vita. Abbiamo iniziato ad apprezzare lo stare in famiglia tutti insieme, perché prima non sempre era possibile con orari diversi e con la routine frenetica che il lavoro comportava; abbiamo riscoperto il piacere di fare tutto in casa, proprio come era una volta e come ci raccontavano i nostri nonni, quando il pane lo si faceva in casa e poi bastava solo un po’ di olio e formaggio e il pranzo era servito.

Mi ricordo quando da piccolina aiutavo la nonna a fare l’impasto per il pane, anche se avevo più farina addosso io che il pane… Ma la nonna mi lasciava fare perché mi diceva che la manualità aiutava perché forgiava il carattere per sapersi adattare ad ogni situazione, perché come diceva sempre lei “non serve solo la grammatica, ma anche la pratica”; oggi dopo tanto tempo mi sono ritornate in mente le sue parole ed oggi con la maturità dei 30 anni so che la manualità mi è servita tanto e mai come adesso è utile perché ci tiene impegnati e aiuta il cervello a staccare per un po’ la spina dai brutti pensieri.

Sono chiusa in casa, da sola, e assaporo la lentezza delle giornate. Ho sentito i miei amici in videochiamata per un aperitivo in compagnia, proprio come facevamo sempre ogni weekend; è strano come una cosa apparentemente banale ci possa mancare così tanto. Ora stiamo apprezzando molte cose che si davano per scontato e soprattutto stiamo riscoprendo dei valori e delle tradizioni che si stavano perdendo a causa della modernità e della società che ci ha sempre imposto un ritmo frenetico. Questo fermo, proprio come un fermo immagine nello schermo, ci deve permeare nelle ossa e farci capire cosa è veramente importante nella vita.

Forse stavamo andando troppo veloce, avevamo perso la retta via.. Il nostro treno stava deragliando… Ecco perché la vita ci ha dato tutto questo… Forse per poter rimetterci in carreggiata e riscoprire e guardare tutto con occhi diversi… Perché la natura, a volte, ci regala uno spettacolo meraviglioso, ma noi siamo troppo impegnati per soffermarci ad osservare.

Bene ora è arrivato il momento di stupirci e meravigliarci, proprio come i bambini che con occhi sognanti guardano il tramonto e le forme buffe delle nuvole.

Dobbiamo resistere ancora un bel po’ ripeto a me stessa e ai miei genitori e amici, ma credo che abbiamo la capacità di saper discernere cosa è giusto e cosa è sbagliato per il nostro bene e per quello degli altri!