Racconto di Giulietta Lamberti

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Luca quella sera era entusiasta stava tornando a casa con una notizia strepitosa da raccontare a Paola, la sua stupenda compagna dai tempi delle Superiori.

Il loro amore era nato giorno per giorno, lui era amico del fratello di lei così aveva frequentato da sempre la loro casa, era più giovane di tre anni e quando era sbocciata come un fiore in primavera, Luca lo aveva colto con una delicatezza infinita. Non si erano più lasciati e ora convivevano da cinque anni in quel minuscolo appartamento all’ ultimo piano di un palazzone in una via periferica di Milano, sognando un giorno di andarsene e trovare una piccola, villetta con un pezzetto di giardino dove poter far giocare i bambini che avrebbero avuto. Ora, con quella tanto attesa promozione, il loro sogno si sarebbe realizzato, finalmente in quel grande studio di architettura dove lavorava con tutta l’anima, lo avevano apprezzato.

Luca aveva pensato di dirlo a Paola in un modo insolito: un disegno, conosceva ogni suo desiderio, avrebbe provato a trasferirli su un foglio bianco. Quindi fece un piccolo cuore rosso adagiato su un’immensa distesa d’acqua con al centro una minuscola barca a remi, Paola adorava salirvi e remare in quel silenzio rotto solo dai flutti dell’acqua, sapeva che si sarebbe divertita un mondo cercando di scoprire di più. Quel fine settimana se lo meritavano proprio, aveva già programmato ogni cosa, scelto il lago di Garda, un bellissimo albergo con accesso diretto alla spiaggia privata e dotato di un servizio di barche disponibili per gite romantiche.

Arrivato a casa si stupì di trovare ancora tutto buio, gli sembrò strano perché lei arrivava sempre per prima alla sera, ma credendo si fosse trattenuta in negozio non ci pensò più di tanto e cercò il posto migliore dove collocare il disegno così che Paola lo potesse notare appena, entrata già si pregustava il suo stupore, nel frattempo si andò a preparare, voleva portarla fuori a cena per iniziare da subito con i festeggiamenti. Dopo essere tornato in cucina e non trovandola ancora, iniziò a preoccuparsi, anche perché lei non aveva ancora visualizzato i messaggi che le aveva mandato. Chiamò Lucia, la sua amica, lavoravano insieme nel salone di un noto parrucchiere in centro, lei gli confermò che erano uscite alla stessa ora. La sua ansia aumentava, ma dove poteva essere andata? Stava pensando di comporre il numero dell’ospedale, per verificare non fosse tra i ricoverati quando il suono prolungato del campanello di casa gli gelò il sangue, Paola aveva le chiavi, non poteva essere lei.

Aprì con un brutto presentimento e appena vide quei due uomini in divisa capì immediatamente che era successo qualcosa di grave loro gli spiegarono l’accaduto, ma Luca non riusciva a sentire una sola parola, il suo cuore batteva impazzito nel petto rimbombandogli nel cervello. Il gelo si impadronì del suo corpo, ogni movimento gli costava un’immensa fatica, si trascinò sul divano, prese tra le mani quel disegno mentre la sua vista si annebbiava. Grosse lacrime gli scesero e caddero su quel cuore che ben presto si trasformò in un enorme, irriconoscibile, macchia rossa che cancellò per sempre l’azzurro dell’acqua e ogni linea della piccola barca a remi. Con un gesto di rabbia lo strappò in mille pezzi che lasciò cadere sul pavimento, niente ormai aveva più valore senza Paola. Non avrebbe più visto il suo meraviglioso sorriso, ascoltato la sua voce così soave, contenuto la sua raggiante allegria. Era un fiore troppo delicato per vivere tra di loro, lei era un angelo e meritava un posto migliore.

“Aspettami Paola, un giorno lo faremo quel giro in barca noi due in quell’acqua limpidissima e i nostri due cuori in quel momento non potranno che unirsi formandone uno unico e immenso”.