Racconto di Fabio Losacco

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1

 

“Giochiamo a far saltare il sasso sull’acqua?” propose Carlo e Valentina lo guardò sospettosa.

Era l’inizio dell’estate, la scuola era finita e loro passavano le vacanze in campagna dai rispettivi nonni, poco sopra la Rufina.

“E cosa si vince?”

“Chi vince esprime un desiderio e quello si avvera!”

Valentina fece un’espressione ancora più dubbiosa, ma stava così bene con quel ragazzino dalla faccia tonda e i capelli sempre arruffati che decise di accontentarlo.”

“Però cominci tu, ok?”

Carlo annuì. Anche lui stava bene con quella ragazzina con gli occhi dello stesso colore dell’acqua del laghetto e avrebbe di fatto tutto pur di vederla sorridere.

Il tiro di Carlo fu molto fortunato e il sasso, che aveva scelto sapientemente, rimbalzò per cinque volte prima di inabissarsi con un “pluf”.

“Ora tocca a me” disse Valentina ma la sua pietra affondò dopo solo due rimbalzi.

“Hai vinto tu” disse senza essere troppo dispiaciuta. Lanciare sassi non era certo uno sport da ragazze e perdere con un maschio non era un gran disonore.

“Il mio desiderio allora si avvererà!” urlò Carlo alzando le braccia al cielo.

“E cos’era?” chiese Valentina.

“Se lo dico non si avvera più. Funzionano così i desideri che si vincono facendo rimbalzare i sassi!”

Valentina non insistette e Carlo tenne per sé il suo desiderio.

Avevano entrambi sette anni e ci voleva poco a farli felici.

 

2

 

“Era un bel po’ che non venivamo qui al laghetto eh?” disse Carlo.

Valentina annuì aggiustandosi il top che le lasciava scoperte le spalle ed evidenziava il suo seno rotondo che era esploso nell’ultimo anno.

Aveva appena 15 anni ma sembrava molto più grande, mentre Carlo era quasi rimasto uguale, solo più magro, più alto e con i capelli sempre arruffati ai quali si erano aggiunte due buffe basette che erano l’anticamera di una barba che tardava ad arrivare.

“Il desiderio che avevi espresso quando abbiamo giocato a fare saltare i sassi si è poi avverato?” Chiese Valentina guardandolo negli occhi.

Più passava il tempo più lei si sentiva a suo agio con Carlo e anche se a scuola quelli dell’ultimo anno avevano cominciato a farle il filo lei non aveva mai veramente ceduto alle loro lusinghe. Non sapeva ancora cosa fosse esattamente l’amore anche se aveva già dato qualche bacio e ricevuto e dispensato qualche carezza che sua madre non avrebbe approvato, ma quando era con Carlo si sentiva serena e non avrebbe voluto essere con nessun altro.

“Ancora no, ma ci spero sempre. Non devo avere fretta.”

“Bravo non disperare” rispose lei iniziando a togliersi i vestiti. Faceva caldo, sotto aveva già il costume e l’acqua era pulita e limpida. Cosa c’era di meglio di un bel bagno?

Un attimo dopo erano entrambi in acqua e le loro risate erano così rumorose da sentirsi fino al paese.

 

3

 

“Quanto è che non venivamo qui?” Chiese Carlo, pur conoscendo già la risposta.

“Almeno quattro o cinque anni” rispose Valentina.

“Ma quel desiderio poi? Si è realizzato? So che è una cazzata ma ogni volta che veniamo qui mi torna in mente e mi viene di domandartelo.”

“Chi lo sa” disse Carlo avvicinandosi e baciandola.

Stavano assieme da diversi anni ormai e non avrebbero mai desiderato nessun altro.

“Davvero non vuoi dirmelo allora?”

“I segreti sono segreti!”

Valentina spinse il labbro inferiore in fuori assumendo un’espressione imbronciata.

“Ma tra sei mesi ci sposiamo e dopo non ci dovranno più essere segreti!” sentenziò.

Lui scosse il capo.

“Questo invece sì!” esclamò.

Poi si gettò in acqua e subito dopo Valentina lo seguì.

 

4

 

“Lo sai che forse potrebbero prosciugare il nostro laghetto?” Disse Valentina con gli occhi tristi.

Carlo annuì lentamente. Avevano ormai superato gli ottanta e la loro esistenza assieme era stata così felice che sembrava essere volata via in meno di un secondo.

Da qualche mese però Carlo non stava bene e Valentina era molto preoccupata per lui, anche se faceva di tutto per non dimostrarlo.

“I ragazzi quando vengono da noi?” chiese lui.

“Appena possono, lo sai. Hanno la loro vita, i loro impegni e tu devi smetterla di fare sempre il padre uggioso!”

“Chi sarebbe uggioso?!” disse Carlo stingendola a sé e baciandola dolcemente. Era sempre bella la sua Valentina e dentro di sé pensava che tutto il tempo che avrebbero passato assieme per lui sarebbe comunque stato troppo poco.

“Mi piacerebbe fare il bagno” disse e Valentina scosse il capo.

“Sei diventato matto del tutto?!” Gli rispose, ma lo avrebbe voluto anche lei.

 

5

 

Era la prima volta che Valentina saliva al lago da sola.

Tra un mese sarebbero iniziati i lavori che lo avrebbero prosciugato e in cuor suo era contenta che Carlo non avrebbe mai potuto vederlo vuoto.

Lui se n’era andato da un paio di mesi ma a lei sembrava di averlo ancora accanto e di scorgerlo con la coda dell’occhio ogni volta che girava lo sguardo. Tutto le parlava di lui e oggi era venuta fin là per esaudire il suo desiderio.

Quando lui aveva capito che la clessidra del suo tempo terreno era quasi vuota, le aveva dato una busta, chiedendole di aprirla solo “dopo” e che per farlo sarebbe dovuta andare al lago dove avevano passato le estati e si erano scambiati il primo bacio.

Lei si era arrabbiata molto ma solo perché non voleva pensare a quello che stava per accadere, poi però lo aveva promesso e adesso era lì, con la busta in mano e gli occhi velati.

Lacerò la carta e ne estrasse il contenuto.

Era solo un foglio con poche righe scritte con la calligrafia disordinata e asimmetrica di Carlo.

Lei indossò gli occhiali e iniziò a leggere.

“Amore mio, non volevo andarmene senza che tu conoscessi il desiderio che avevo espresso quando da piccoli, avevamo giocato a far saltare i sassi sull’acqua. Allora avevo chiesto di non vivere nemmeno un giorno senza di te e, come vedi, sono stato esaudito.

Ti amerò sempre.

Carlo.”

Valentina liberò le lacrime che era riuscita a trattenere fino a quel momento, poi iniziò a spogliarsi.

ultimo bagno nel loro piccolo lago?