Racconto di Luca Battisti

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Sott’acqua. Sott’acqua era tutto più facile. Lì non si sentiva diverso o più impacciato degli altri, anzi sapeva resistere in apnea per tempi che i suoi amici neanche si sognavano.

Sott’acqua i suoni scompaiono: che siano risate o pianti, che siano parole o silenzi, tutto si livella. L’acqua sembra un grande grembo materno che ci protegge. Lì dentro i pensieri aiutati dall’elemento liquido, scorrono più fluidi.

Sott’acqua è tutto più bello, per questo Matteo restava sott’acqua più che poteva.

La piscina era piena di gente. Era normale a metà luglio e con il caldo che faceva poi quell’anno. Lui vedeva gli altri della compagnia che si muovevano sicuri e chiassosi: sembrava sapessero sempre cosa dire, cosa fare. Erano brillanti e decisi. Lui no e Lisa, infatti, non lo guardava mai.

Lisa era la più bella del gruppo e dietro aveva sempre un codazzo di ragazzi a farle il filo. Adesso che era appena tornata dal mare era ancora più bella. Non che di solito non lo fosse, ma quel giorno era così bella da far venire il mal di stomaco. Aveva la pelle brunita e gli occhi sembravano ancora più chiari, bruciati dai giorni di sole. Era impossibile non innamorarsi di lei.

Era la prima volta che andava in piscina con loro e tutti le erano intorno, Marco in particolare. Si vedeva che si piacevano: lei gli poggiava le mani sul petto per prendere lo slancio per una capriola; lui diceva qualcosa e qualunque cosa dicesse la faceva ridere sempre.

Invece Matteo non ci riusciva mai. Si scopriva noioso ogni volta che provava a parlarle e per questo se ne stava un po’ distaccato da tutti.

Solo sott’acqua si sta bene, si diceva.

Lisa, adesso, era salita sul bordo della piscina, aveva preso un po’ di rincorsa: voleva tuffarsi. Matteo si avvicinò verso il punto da cui si sarebbe lanciata e quando lei si buttò nell’acqua anche lui si immerse.

Ora, anche se per poco, erano entrambi vicini. Entrambi erano sott’acqua, in una dimensione in cui Matteo non si sentiva più impacciato ed era come gli altri. Lì sotto avrebbe saputo dirle in modo corretto tutto quello che fuori dall’acqua non sapeva dirle.

Erano vicinissimi, vedeva la sagoma di lei muovere gambe e braccia per riemergere, vedeva i suoi capelli allargarsi nel blu dell’acqua della piscina.

Vennero a galla insieme e si trovarono faccia a faccia. Matteo non si aspettava di vedersela comparire davanti così vicina. Lisa era naiade, non era una ragazza fatta di carne e ossa.

Venendo fuori lei fece un po’ di smorfie, sputò un po’ di acqua dalla bocca, poi con le mani si tirò indietro i capelli.

Guardò Matteo e gli sorrise: a lui parve che tutto il frastuono della piscina si fosse cancellato per un istante. Lisa lo fissò ancora per un attimo, poi sussurrò:

«Sì».

Matteo non capì il senso di quella sillaba.

«Sì cosa?», domandò.

«Sì è la risposta a quello che volevi chiedermi», rispose lei con un sorriso.

Matteo continuava a non capire, poi un pensiero lo invase togliendogli il fiato.

«Vuoi dire che mentre eri sotto hai sentito i miei pensieri?», mormorò lui.

«Certo».

Allora era vero: sott’acqua i pensieri scorrono liberi! Matteo seppe di non essersi sbagliato, sott’acqua anche per lui era più facile parlare e farsi capire. Sott’acqua accadono i miracoli.

«Scemo!», gli disse lei ridendo all’improvviso. «L’ho capito da come mi guardi quando sei fuori».

Lui rimase imbambolato, si sentì scemo davvero.

«Si vede molto?».

«Per fortuna sì. Se avessi aspettato che me lo dicessi a parole, con ogni probabilità avrei aspettato per tutta l’estate» commentò Lisa.

Ci fu una breve pausa. Poi la ragazza riprese.

«Comunque anche tu mi piaci» e, appena finito di dirlo, gli dette un rapido bacio sulla bocca.

La vide arrossire e chiudere gli occhi al momento del bacio. Fu un attimo, poi Lisa si girò sul dorso e con qualche rapida bracciata si allontanò da lui.

Matteo rimase un po’ ebete a guardarla poi sentì la bocca allargarsi in un sorriso che non aveva mai sospettato di poter fare, respirò l’aria più dolce che avesse mai respirato e iniziò a nuotare verso di lei.

Lisa l’aveva baciato.

Adesso doveva ammettere di avere sbagliato: certe cose – le cose più belle – accadono solo se si vive con la testa fuori dall’acqua.