Racconto di Pino Marasco
RaccontiConFotografia
«No, non mi puoi riconoscere. Non sono un pesce che vive in mare, né uno di quelli disegnati nei libri. Non somiglio nemmeno a quelli che vedi in pescheria».
«E allora, che pesce sei?»
«Sono un pesce pensato! Un’idea che si è fatta… pesce. La forma è affusolata come quella di chi vive nell’acqua. Ho una struttura legnosa come quella che sostiene le pale dei fichi d’India. Vedi?
Non ho le pinne, le squame, le branchie!
La forma può confondere ma contiene innumerevoli filamenti che si intrecciano, si aggrovigliano; non ho neppure la lisca, né le tipiche spine.
«E allora, mi dici che cosa sei?»
«Sono un “pesce-mappa” con indicazioni sommarie delle vie acquatiche percorse nella vita: non riconosci le indecisioni? Sono rappresentate dalle innumerevoli giravolte! E le deviazioni? Rappresentano tutte le volte che sono stato costretto a cambiare strada per l’avvistamento di pericoli.
Le linee diritte poi, sono le corse in avanti, incoraggiate dalla sicurezza di catturare una preda. A volte, ahimè, mi sono lasciato trasportare dalle correnti, forze superiori che non sono riuscito a controllare: sono rappresentate dai capillari che corrono con altri nella stessa direzione.
Le fibre più spesse rappresentano, invece, i comportamenti abituali che si accumulano e si ripetono sempre uguali.
Quello che vedi sono, in definitiva, le tracce della mia navigazione nella vita, frutto di decisioni, di tentennamenti, di certezze, di esitazioni, di quando mi sono piegato alla convenienza e di quando sono arretrato per necessità.
Un mucchio di vie, frutto del lavoro che ha fatto la mia mente.
E questa fotografia è il tentativo di raffigurare la complessità di quello che ci succede nella vita e che non può certamente ridursi ad una linea diritta, progressiva, con un inizio e una fine».
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Un immagine della complessità di una vita…è bellissimo.
Corsi e ricorsi di una vita qualunque, la nostra.
Un percorso di vita che rispecchia il tuo sentire, il modo di percepire la bellezza delle “piccole cose”, osservate con l’incanto negli occhi.
Un vortice che trascina su sentieri misteriosi che s’intrecciano e s’aggrovigliano tra respiri dell’anima ed imprevisti, limiti che impediscono di arrivare ad una meta precisa, come tutti i viaggi immaginati, ma fantastici, verso un “oltre” inafferrabile, confini che stimolano a proseguire il cammino nonostante la minaccia di tempeste.
I pesci non parlano perché, nel silenzio, dicono più di mille parole.
Bravissimo!🤗🙅🏼♀️
Eccezionale
Come sempre le tue parole si muovono e danzano, muovendo pensieri ed emozioni. Grazie
Brillante e profonda sintesi della vita.
Bel racconto…molto originale che esalta la diversità ed il nostro essere unici ed irripetibili!
Bellissimo Prof.
Un caro saluto
La tua visione poetica è di altissimo livello! Complimenti!