Racconto di Anna Pia Merico

 

Avevo deciso di mettere ordine in quel cassetto, per eliminare ciò che non usavo più, per fare una sorta di inventario, del nuovo e del vecchio. Poi dal fondo è sbucato lui. Un completino intimo color perla in seta e pizzo, slip, reggiseno a balconcino e baby doll. Lo avevo comprato molti anni prima e lo avevo usato per gli appuntamenti “importanti”, quelli che si concludevano con notti cariche di erotismo, sensualità, passione. Sono precipitata nei ricordi, mi sono rivista giovane, bella, disinibita. Facevo girare la testa agli uomini, li conquistavo con la mia simpatia, con l’intelligenza ma anche col mio corpo, inutile negarlo. Dicevano che accarezzare la mia pelle era come accarezzare la seta, liscia, morbida, profumata. E poi potevo vantare belle gambe, bel fondoschiena, bel seno sodo terza misura, tutto perfettamente proporzionato e nemmeno l’ombra della cellulite. Ora che di anni ne son passati tanti e ho superato abbondantemente la cinquantina non è più così. Mi sono arrotondata, son comparse le prime rughe, i primi capelli bianchi qua e là e la pelle, se pur sempre morbida e vellutata, inizia a risentire della forza di gravità. Piaccio ancora, inutile negarlo, ma, ovvio, non è certo come prima. Col matrimonio, i figli, la routine, lo scorrere del tempo divorato dall’abitudine anche la sensualità cede il passo a comodi pigiami, camicie da notte più larghe e felpate, reggiseni e slip più pratici in cotone. La seta scivola via nel dimenticatoio e con essa pizzi e vezzi. E poi che senso avrebbe indossare completini sexy se il marito ormai neanche ti vede più ed è preso più dalle partite di pallone in tv che da te…

Tuttavia la curiosità è donna e la donna è pur sempre femmina quindi…lo riprendo, lo accarezzo facendo scorrere le dita sulla seta e…vediamo un po’ se mi va ancora, se riesco ad indossarlo. Slip e reggiseno stringono …le mie forme ora sono più abbondanti e morbide, la taglia 46 ha preso il posto della 42, la quarta abbondante ha sostituito la terza misura…ma il baby doll ci sta tutto, è perfetto, mi calza a pennello anzi evidenzia ancora più le curve e le forme morbide del seno e dona al decolleté un aspetto sensualissimo. Mi guardo allo specchio quasi compiaciuta poi all’improvviso un pensiero si insinua furtivo nella mente. Che bello se “lui” mi vedesse così, se potessi indossarlo per lui, preludio di…

“Lui” è il mio amico del cuore col quale parlo di tutto, sa tutto di me, del mio decadente ménage famigliare, dei figli, dei miei problemi quotidiani, dei miei sbalzi di umore tra il serio e il faceto, conosce le cose mie più intime, i miei pensieri fragili, le mie emozioni, le mie verità, tutto. Ci leggiamo l’anima senza dover nemmeno parlare troppo, bastano poche parole tra noi e l’intesa, l’empatia, l’affinità, il capirsi e riconoscersi a pelle è immediato. Un’amicizia pulita, pura, che si è rinforzata nel tempo a dispetto di chi dice che l’amicizia tra uomo e donna non può esistere. Il bello è che non ci vediamo quasi mai, una telefonata ogni tanto, più o meno con cadenze bimestrali e per non più di 15/20 minuti. In compenso chattiamo regolarmente ogni giorno, soprattutto di notte, ci raccontiamo la nostra giornata, ci confidiamo reciprocamente la vita con le sue paure, attese, speranze, successi, delusioni. Parliamo di tutto, ricordi, musica, politica, sport, libri, teatro, film. Gli invio i miei giorni, le mie poesie, la mia anima e lui risponde in egual modo. Ci scambiamo sempre la buonanotte, qualche volta ci divertiamo anche a flirtare, con ironia, divertimento, complicità giocando col detto – non detto, con allusioni più o meno esplicite ma mai volgari, sempre seguendo una sorta di onda poetica e romantica ma velatamente erotica. Ciò mi piace, mi intriga da morire. Così è stato quasi naturale pensarlo, immaginare come sarebbe stato se solo ci fossimo conosciuti molto prima, se le cose sarebbero andate diversamente nella nostra vita in uno sliding doors. Credo che saremmo stati e staremmo benissimo insieme, caratterialmente ci somigliamo molto, stesse passioni, stessi gusti, stessi pensieri affini, stessi studi ed educazione, stesso rispetto reciproco anche nelle diversità di opinioni insomma praticamente ben assemblati, perfetti. Così ormai lo vedo come molto più di un buon amico e, lo ammetto, ci fantastico sopra. Inizialmente la cosa mi ha spiazzata, ho pensato fosse il frutto di una mia fragilità dovuta al sentirmi spesso troppo sola, troppo scontata e invisibile per qualcun altro. Ho accarezzato il pensiero di un “noi” se pur mantenendo i piedi per terra, ho persino dedotto che forse gli piaccio un po’ anch’io (altrimenti perché questa assiduità, questa costanza di emozioni?) ma… tra noi, in ogni caso, non potrà esserci mai nulla.  Ne siamo silenziosamente consapevoli, credo. Tutto troppo, troppo complicato, soprattutto la sua vita da medico a tempo pieno, marito di una donna poco compatibile con lui, padre affettuoso e sempre presente, amante storico di un’altra donna di cui nessuno sa niente…tranne io e pochi altri. Eppure….

Come vorrei tornare a sentirmi e soprattutto essere donna, non moglie, non madre ma donna, in tutta la mia femminilità solo per lui, a dispetto di tutto e tutti, tornare a sentirmi viva, tornare magari anch’io ad essere completa, felice, amata…

e tutto per colpa di un cassetto da riordinare e di una lingerie da rispolverare.

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