Racconto di Angela Acquaviva

(14 dicembre 2020)

 

Per Simone al bivacco nella sala d’aspetto della stazione di Firenze i giorni, sempre più numerosi, trascorrevano impietosamente senza alcuna novità. Con zelo passava al setaccio tutti i viaggiatori diretti a Roma nella spasmodica attesa di vedere spuntare tra loro la ragazza di Roma Nord. L’aspettativa cresceva, ma la fiducia spesso tentennava lasciandolo in preda ad un vortice altalenante di speranza e delusione. Ora infatti si spronava a dare un taglio netto a quello strano ed improvviso colpo di testa ora tornava a ringalluzzirsi e a dirsi:” D’accordo, le favole sono roba da bambini, però ormai ci sono dentro, tanto vale arrivare fino in fondo. Non è bene lasciare le cose a metà. Chissà, potrebbe anche succedere. Perché no dopo tutto?” Ed allora puntava fiducioso subito il dito e gli occhi sul cellulare per controllare se il miracolo fosse avvenuto e lei avesse risposto ai suoi appelli.

Non aveva lasciato niente di intentato. Sia i muri esterni della stazione che quelli della sala d’aspetto erano tappezzati con messaggi dove troneggiava il numero del suo cellulare. Era impossibile non notarli, e poi lui contava molto sul fatto che la curiosità è femmina.

Il suo ritorno intanto era sollecitato da più parti. Gli impegni di lavoro soprattutto, impipandosi del suo capriccio, urgevano. Simone sapeva bene che non poteva differirli oltre. Era tempo di riappropriarsi della sua routine.

A malincuore decise così di tornare a casa e riprese a lavorare a ritmo pieno, carico di fede nel fatto che qualcosa sarebbe successo prima o poi.

Claudia era ormai un ricordo lontano, eppure la sua immagine, ad intervalli, si affacciava per tormentarlo e punirlo col tarlo del dubbio. Gli si parava davanti all’improvviso e sembrava dirgli senza scrupolo alcuno:” Povero idiota, in che mondo credi di vivere? Non hai ancora imparato la lezione? Chissà quante risate alle tue spalle da chi sa della tua infatuazione e ti si accosta giusto per vedere com’è fatto un patetico sentimentale! Nei panni di inguaribile romantico sembri un vero fenomeno da baraccone.” Ma lui sapeva benissimo che Claudia non c’entrava per niente in tutto quello, bensì si trattava semplicemente del suo buon senso che gli spiattellava in faccia la cruda verità affinché si levasse dalla testa quell’assurdità. Alla fine, prostrato, dovette dargli ascolto mettendoci per sempre una pietra sopra.

Una sera però, appena tornato dal lavoro, era come di consueto sul punto di entrare sotto la doccia quando sentì squillare il cellulare. Era un numero sconosciuto. Rispose d’istinto, ma non ci fu alcuna voce di rimando. Pensò che qualcuno gli stesse facendo uno scherzo ed imprecando fu lì lì per chiudere. Si arrestò appena in tempo nel sentir dire:” Ciao, sono la ragazza di Roma Nord.”

Incredulo rispose:” Non è vero, mi stai prendendo in giro. Chiunque tu sia, sappi che non sei affatto divertente.”

-Credimi, sono proprio io.

-Allora perché chiami dopo tutto questo tempo?

-Avevo ben altro a cui pensare. Dovevo metabolizzare un lutto, una perdita importante.

-Mi dispiace, una persona molto cara, suppongo.

-Sì, mia nonna. Andavo da lei in ospedale quel giorno.

-Va meglio ora?

-Comincio a farmene una ragione. Ma veniamo a noi ora. Come mai tanto chiasso e traffico per me?

-Mi colpisti non poco quel giorno sul treno. Trascorremmo quelle poche ore in leggerezza, complicità e forte emozione. Ho pensato a te a lungo e desideravo rivederti.

-E’ vero, siamo stati davvero bene, proprio come se ci conoscessimo da vecchia data. Insomma la definirei un’intesa tra due vecchi amici che si ritrovano. Me ne stupii anch’io, ma pensai che fosse nient’altro che una questione di affinità elettive. E’ bene che tu sappia che io sono già legata ad un uomo.

-Lo ami davvero? Sei felice con lui? Allora dimmi, perché quel bacio e quel prolungato sguardo magnetico sul treno?

-Li meritavi entrambi. Sei un puro di cuore, un’anima candida come ce ne sono ormai pochi in giro oggigiorno. Tu rappresenti il classico bravo ragazzo da sposare ad occhi chiusi, perciò sono sicura che per te c’è in serbo una donna capace di apprezzarti, amarti e renderti tanto felice. Da parte mia ti assicuro che ti terrò per sempre nei miei pensieri e, perché no, anche nel mio cuore. Non mi resta che augurarti ogni bene e tanta buona fortuna.

Detto questo riattaccò lasciandolo in uno stato indefinibile di sorpresa ed incredulità. Era stata reale la telefonata o l’aveva solo sognata? Ma in fondo non gli importava saperlo. In quel momento non aveva bisogno d’altro se non di assaporare appieno la serenità e l’appagamento da cui magicamente si sentiva pervaso, come non gli succedeva più da tempo.