Racconto di Antonella Parisi

(19 febbraio 2021)

 

 

Quando l’ho vista, ho riconosciuto quegli occhi, quei lineamenti, comuni a tante. Anche le labbra piegate all’insù mi erano familiari. Ogni tratto del viso tradiva la precisione del bisturi, come i seni rifatti in bella mostra, perfetti fin nei dettagli. La tentazione di avvicinarmi a quel corpo prendeva il sopravvento. Ero sicuro che la mia mascolinità avrebbe ceduto senza ritegno. Le labbra laccate di rosso erano la tentazione più forte e, quando si fece vicina, ignorarla fu difficile. Una richiesta banale tra i corridoi del supermercato, è stata la scusa per fare conoscenza. Il ricordo di Lara, però, troppo simile a quella bambola, mi faceva stare male, soprattutto ripensando al nostro squallido addio, di qualche mese prima. Questa volta volevo dominare l’impulso, difendermi da tanta sensualità a portata di mano, senza finire stregato. All’uscita solo un cenno di saluto, mentre pensavo: -chissà se la rivedrò, se il destino avrà scelto ancora per me una bambola d’amare.