Fiaba di Anna Maria Caló

Illustrazioni di BDB

 

Margherita era molto giovane, ma aveva già letto moltissimi libri, senza avere mai, però, il coraggio di scriverne uno, nemmeno un racconto piccolo piccolo. Riteneva che mettere nero su bianco le idee potesse essere molto pericoloso. Un po’ come gli indiani d’America che temono di farsi fotografare, per paura che il flash gli prenda l’anima.
Eppure, ci pensava spesso, a volte non ci dormiva la notte: la tentazione di inforcare la penna diventava ogni giorno più irresistibile perché in qualche modo sentiva che dalla scrittura poteva venirle tanto beneficio.
Allora, una mattina si alzò di buon’ora e andò in cartoleria. Comprò un quaderno azzurro, una matita con la gomma per cancellare all’estremità opposta della punta e tornò a casa. Sedette sullo scalino della porta d’ingresso e attese in quella posizione a lungo, senza decidersi.

Chiuse gli occhi qualche secondo, ma, poi, pensò di alzarsi e andare in camera sua, scrisse tutta la notte. Soltanto all’alba le parve fosse arrivato il momento di doversi fermare. Si addormentò china sul suo quaderno e fece un sogno bellissimo. Un Principe vestito di bianco che montava un cavallo nero come la pece stava guadando un fiume e si dirigeva verso di lei. Quando le fu vicinissimo le disse che avrebbe voluto sposarla, condurla al suo castello e che un giorno sarebbe stata regina. Ad un solo patto, però! Una volta sveglia, avrebbe dovuto eliminare ogni parola scritta nelle ultime ventiquattro ore. Solo così, lui sarebbe andato a prenderla e l’avrebbe condotta con lui per sempre. Quanto era bello!


Margherita ebbe un sussulto. Alzò il capo e il suo quaderno azzurro troneggiava fiero e tronfio di parole sulla scrivania. Rilesse velocemente, provò a tenere tutto a mente e cancellò, pensando tra se: “Tanto domani lo riscrivo”.
Quando sua madre entrò in camera, come suo solito, cominciò ad urlare: “ancora a letto sei? Sveglia, su. O farai tardi a scuola!” Veloce come un fulmine le tolse con un colpo di mano le coperte di dosso e Margherita, a questo punto, fu costretta davvero a svegliarsi. Il suo primo pensiero fu per il Principe, oggi sarebbe tornato a prenderla, che emozione. Mentre, soltanto un attimo dopo rammentò di aver cancellato il bellissimo racconto che aveva scritto il giorno prima e di cui, ahimè, non riusciva a ricordare neanche una parola. Accidenti al Principe, era meglio se se ne stava a casa sua!
Di corsa raggiunse la scrivania, raccolse il quaderno che era finito stranamente in terra e lo aprì desiderando di ritrovare tra quelle pagine bianche l’ispirazione e sperò fortemente che qualcosa le rammentasse ciò che aveva cancellato.

Fu in quel momento che, aprendo la copertina, si accorse che, miracolosamente, ogni foglio conteneva ciascuna delle parole scritte a matita ed era proprio la sua grafia, compreso il titolo iniziale, anche quello c’era:
Il Principe Inesistente.
Che titolo azzeccato e che racconto bellissimo.