Fiaba di Elena Soprano

Illustrazioni di BDB

 

C’erano tre bambine che abitavano nello stesso palazzo. Erano amiche e si chiamavano tutte e tre Caterina. Per non confondersi quando giocavano si erano date dei soprannomi: Cati, Catina e Catò. Cati era la più svelta delle tre, Catina la più dolce, Catò la più maschiaccio. Erano inseparabili e si volevano un gran bene.

Un giorno arrivò nel palazzo una bambina nuova. Si chiamava Paola ed era molto timida.

Cati fu la prima a fare amicizia: la invitò subito a casa sua a giocare alla fattoria degli animali. Quando però Paola conobbe Catina, per un po’ non volle più andare da Cati. Catina era dolce come una mamma, se giocavano insieme alle bambole il pomeriggio sembrava durare sempre troppo poco. Poi Paola conobbe Catò e questa diventò la sua amica preferita: insieme costruivano castelli di terra e si arrampicavano sugli alberi.

Le tre amiche ogni pomeriggio facevano a gara a chi avrebbe giocato con Paola.

«Sceglierà me! “diceva una.

«No, me!» gridava l’altra.

«Me! Me!» aggiungeva la terza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E cominciarono ad essere gelosa l’una dell’altra. Ognuna considerava la nuova arrivata la sua amica-amica. Finché non si parlarono più. Le mamme, preoccupate, cercarono di capire che cosa fosse successo, andarono dalla mamma di Paola e parlarono a lungo.

La mamma di Paola ebbe un’idea: disse che avrebbe organizzato una festa per inaugurare la loro nuova casa invitando tutte le Caterine della città, grandi e piccole. Fece dare un annuncio via radio, ne pubblicò uno sul giornale, affisse la notizia fuori dai supermercati.

Il pomeriggio della festa cominciarono ad arrivare Caterine di tutti i tipi: c’erano nonne, maestre in pensione, mamme, ragazze con l’orecchino al naso accompagnate dai loro fidanzati, bambine e anche una neonata. Tutte avevano un regalo per Paola. E tutte, nonostante la differenza di età, giocarono alla tombola dei fiori, a ruba sedia e ballarono. C’erano così tante Caterine che dovettero fare la festa in cortile.

«Per oggi niente soprannomi!» aveva detto la mamma di Paola a Cati, Catina e Catò.

E stranamente, senza soprannomi, le tre bambine non litigarono, anzi, ricominciarono a giocare insieme, un po’ con Paola, un po’ con le altre invitate. Furono gettati coriandoli, si mangiò una torta e per finire venne il Mago Michelini per uno spettacolo di Magia. Estrasse da un cilindro metri di foulard colorato, trovò monete dorate dietro le orecchie delle bambine e fece ricomparire da dietro la fontanella due colombe che aveva chiuso in una scatola sopra a una panchina. Prima di andarsene prese la sua bacchetta magica e toccò la punta del naso di tutte le invitate.

«Magia magà, qualcosa di speciale ognuno ha!»

Il giorno dopo Paola scese in cortile e gridò: «Chi vuole giocare con me?»

Le tre bambine si precipitarono da lei. Cati divertì tutti giocando alla corsa dei campioni su un piede solo, Catina riportò la calma insegnando la canzone di Elefante Luna e Catò mostrò per la prima volta il gioco delle biglie scatenate. Ognuna delle tre sapeva fare qualcosa che le altre non sapevano.

«Come sono simpatiche le mie amiche mamma!» disse Paola quella sera prima di dormire.

 

 

 

 

«Sì, ma qual è la tua amica-amica?» le domandò la mamma.

«Indovina? Caterina ovviamente!» rise la bambina dandole il bacio della buona notte.

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