Racconto di Gabriella Romolini

(Prima Pubblicazione)

 

Eravamo agli inizi degli anni 90 e in Palazzo Vecchio qualche giornalista si aggirava per le antiche stanze al fine di immortalare il grande momento; da quel giorno infatti, udite udite a tutti i dipendenti fu assegnato un tesserino magnetico con tanto di foto che andava esibito in modo da essere riconoscibile.  Il cittadino che si presentava allo sportello per sbrigare le proprie pratiche poteva così sapere con chi stava interagendo.

La nostra protagonista, tale Ludmilla, una impiegata non più giovanissima, che ogni mattina faceva i salti mortali per cercare di arrivare in orario in ufficio, si aggirava sconsolata fra i documenti che si ammucchiavano sul banco accanto allo sportello per il pubblico. La sua collega invece, un po’ più anziana di lei, ma animata da un sincero spirito di servizio si era già appuntata sul petto, e in bella vista, il tesserino magnetico nuovo di zecca.

La nostra Ludmilla, al contrario, persa in chissà quali pensieri non lo aveva ancora fatto ma per fortuna la collega Argia, con voce candida e solerte le ha detto: -ti sei messa il tesserino? sbrigati! oggi è il primo giorno possono esserci dei controlli!-

Ludmilla, che nel frattempo, aveva già perso il supporto di corredo al tesserino magnetico, ha rimediato appuntandosi (con l’aiuto di una grossa spillatrice metallica) il nuovissimo tesserino alla camicetta di seta gialla indossata per quell’occasione; ma in questa rovinosa e maldestra operazione ha centrato in pieno la barra magnetica dello stesso, decretando a sole poche ore dal fulgido esordio, la prematura fine del suo primo tesserino magnetico!

Questo è stato solo l’inizio di una serie di avvenimenti singolari e in buona parte imprevedibili che hanno fatto sì che Ludmilla sviluppasse nel tempo  un sentimento di amore/odio verso il proprio tesserino magnetico o badge (nella più usata versione anglosassone).

Se il suo primo tesserino magnetico è stato infatti trafitto dai punti metallici di una grossa spillatrice, anche il secondo ha avuto una vita incredibilmente breve e alquanto travagliata. Ecco, infatti, cosa è successo: Ludmilla era ormai consapevole del fatto che il tesserino magnetico faceva parte della sua vita e che dal suo scrupoloso uso, dipendeva buona parte della qualità  della sua vita lavorativa e familiare. Per fare un esempio, i ritardi accumulati da recuperare a fine mese, erano il più delle volte prodotti dal mancato e tempestivo ritrovamento dell’amato tesserino, il “maledetto”, infatti, si nascondeva nella borsa fra gli scontrini del supermercato o  fra le ricette della farmacia e, più spesso, si incuneava proprio nel sottofondo della borsa dove riusciva ad infilarsi grazie a un piccolo foro della fodera appena visibile ad occhio nudo!

Certe mattine Ludmilla, dopo aver affrontato il traffico della Faentina e la spasmodica ricerca di un parcheggio,  incurante dello sconcerto dei colleghi, alla ricerca del tesserino rovesciava letteralmente tutto il contenuto della borsa sul pavimento, mentre inesorabilmente la macchinetta segnatempo  scandiva i secondi e poi i minuti che si andavano a sommare alla lista nera dei ritardi.

I colleghi ben assennati, invece, freschi come rose “beggiavano” ed entravano sereni nei loro Uffici!

Eppure Ludmilla si era impegnata molto affinché questi incresciosi episodi non accadessero più. Al suo tesserino magnetico, in fondo, lei incominciava a volere un gran bene e ogni volta che sui banchi del mercato adocchiava un porta tessere degno del ruolo che andava a  ricoprire,  lo acquistava.

Nel corso degli anni ne aveva collezionato un bel numero di tutti i colori e dei materiali più vari: plastica, pelle, similpelle, viscosa, cotone, lino, stoffa, materiale sintetico e ignifugo, ne aveva perfino uno di sughero e uno griffato che le era costato un occhio della testa, ma qualunque sforzo facesse solo uno sparuto numero di volte  il tesserino si trovava nella sua preziosa custodia, tutte le altre, invece, la custodia era da una parte e il tesserino dall’altra!

C’è stato poi un periodo abbastanza felice nel quale il tesserino magnetico si faceva trovare regolarmente e Ludmilla sorrideva, da sola, felice davanti alla macchinetta che scandiva i suoi orari di lavoro e si congratulava fra sé a mezza voce per i successi raggiunti.

Ma purtroppo si sa che la felicità non è di questo mondo e l’equilibrio appena raggiunto, un bel giorno si è infranto in un attimo! Volete sapere come? è presto detto: era il primo giorno dei saldi estivi e Ludmilla, appena uscita dall’Ufficio, si è catapultata dentro una lunga fila di signore che aspettavamo di entrare in un negozio di Via Calzaioli, ben determinate a fare l’acquisto più interessante della stagione e certo Ludmilla non voleva essere da meno!

Erano passate solo un paio d’ore quando Ludmilla è riaffiorata, indenne, da quel guazzabuglio senza nemmeno un graffio, esibendo orgogliosamente una bustona colorata, con dentro il vestito che aveva adocchiato in vetrina giorni addietro, quando ancora era a prezzo pieno. Era naturalmente raggiante per il fatto di essere riuscita ad accaparrarselo con uno sconto del 99,9%!  appena salita sul 17 che la riportava verso Piazza San Marco si è accorta, però, di non avere più il portafoglio e nemmeno il tesserino magnetico che questa volta, nemmeno a farlo apposta, era lì regolarmente custodito!

E, così, anche il secondo tesserino magnetico della nostra cara Ludmilla ha esaurito prematuramente la sua missione!

Scoraggiata e affranta, Ludmilla, dopo le pratiche di rito ha ottenuto dall’Ufficio del Personale il suo terzo tesserino magnetico!

Erano passati un discreto numero di anni, a occhio e croce una decina, e  l’Ufficio di Ludmilla era in quel periodo al secondo piano del grande Palazzo delle  Poste di Via Pietrapiana.

Era una caldissima sera d’estate, l’aria era irrespirabile, l’androne antistante gli Uffici delle Poste era piena di gente sudaticcia ed accaldata, quando Ludmilla perennemente soprappensiero si è guadagnata l’uscita con già in mano il tesserino magnetico per “beggiare”, doveva, infatti, raggiungere in tutta fretta la stazione di Santa Maria Novella per prendere il treno che la riportata finalmente a casa!

È uscita, di corsa, dal palazzo, lasciandosi alle spalle i lamentosi e tristi utenti delle poste. Aveva dribblato file intere di turisti che, nonostante il caldo, ammiravano estasiati, naso all’insù, le bellezze della nostra cara Firenze, ed era arrivata alla Stazione di Santa Maria Novella appena in tempo per prendere al volo l’ultimo treno che la riportava a casa!

Una volta rincasata si è accorta, però, che il tesserino magnetico non era più nella sua nuova custodia porta tessere di pelle rossa che ancora profumava di nuovo!

Nonostante ciò Ludmilla, questa volta, è andata a letto serena e fiduciosa nel fatto che il giorno dopo il tesserino sarebbe di sicuro saltato fuori da qualche parte.

La mattina seguente si è recata al lavoro con una buona mezz’ora di anticipo per dedicarsi con tranquillità alla sua ricerca. Per prima cosa si è precipitata alla macchinetta “segnatempo” perché ha pensato che il tesserino, nella fretta di uscire,  poteva esserle caduto proprio lì.

Con suo enorme stupore lo ha ritrovato proprio accanto alla macchinetta “segna tempo” ma miseramente e irrimediabilmente frantumato dalla enorme macchina lava pavimenti di cui erano ancora visibili le strisciate lasciate sul pavimento pulito ed  ancora umido.

Così anche il terzo tesserino magnetico si è congedato da Ludmilla, di nuovo sola ed affranta nel dover chiedere, col capo coperto di cenere, all’Ufficio del Personale il suo quarto tesserino.

Nel frattempo Ludmilla ha cambiato nuovamente sede di lavoro, ma questo è poco significativo e nulla ha a che fare con la prematura dipartita del “nuovo” tesserino. Tutte le strade, infatti, sono qua e là  fornite di grate che ci impediscono di finire nelle fogne dove scorre l’acqua piovana!

Era il pomeriggio inoltrato di una tranquilla giornata autunnale e Ludmilla uscita felice dal lavoro, anziché riporre diligentemente il tesserino nella borsa, lo teneva in mano ridendo e chiacchierando amichevolmente con una collega, quando ha allentato inconsapevolmente la presa e il tesserino è caduto preciso in una  fessura della caditoia delle acque, sulla quale le due amiche tranquillamente transitavano in quel momento, inabissandosi per sempre nel buio della fogna sottostante!

Pochi anni ancora e Ludmilla, con gran sollievo anche dei colleghi dell’Ufficio del Personale, sarebbe andata in pensione riuscendo, questa volta, a restituire  illeso l’ultimo tesserino magnetico a lei assegnato.

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