Fiaba di Elisa Brioni

Illustrazioni di bdb

 

Babbo Natale tirò con forza le redini per fermare le renne. Erano arrivati a casa, nella sua Lapponia, dove si sarebbe riposato per dodici mesi. Stanco e con la barba ricoperta di ghiaccioli, ringraziò le sue compagne che gli avevano permesso di circumnavigare il globo per portare doni a tutti i bambini, Era stanco ma soddisfatto, sicuro di non aver dimenticato alcun pargoletto.
Seduto nella comoda poltrona, davanti alle scoppiettanti fiamme, chiuse gli occhi pronto al lungo sonno. Un trillo insistente lo face sobbalzare, non riusciva a capire da dove provenisse.


“È il tuo cellulare. Befana ti sta chiamando.” disse Elfo Bianco che accudiva il grande vecchio.
“Sono troppo stanco e questa novità del telefono cellulare è proprio irritante. Vero è che per comunicazioni all’ultimo minuto si è rivelato utile. Ti ricordi, Elfo Bianco, di quel messaggio in whatsapp? Che messaggio struggente dal piccolo Tom. – Caro Babbo, Natale, non voglio nulla per me quest’anno. Per favore porta una medicina magica per far guarire la mia mamma – e potei farlo.”
“Devi rispondere, Papà. Se Befana chiama, deve essere una cosa urgente.”
Con un profondo sospiro, Babbo Natale portò l’aggeggio moderno all’orecchio.
“Ciao, Befana. Cosa succede? Lo sai che il mio ciclo è terminato e mi stavo preparando per il grande sonno.”


“Smettila di parlare e ascoltami. È successa una cosa terribile ed è colpa tua.”
Befana stava gridando e singhiozzando allo stesso tempo.
“Colpa mia? Perché?”
“Una delle tue renne si è distesa sulla mia scopa e l’ha spezzata in tre monconi, Dovevo partire stasera per il primo giro di ricognizione e mi trovo appiedata. Devi trovare la soluzione. Sai bene che senza di me tutto resta sospeso, il tempo si ferma in attesa del mio passaggio.”
“Lo so, lo so, qual è la tua funzione. Smettila di gridare che non riesco a pensare. Lasciami libero. Ti richiamo quando trovo il modo per riparare la tua scopa e ci troviamo nel grande deposito.”

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
un mantello lungo e stretto
quando i bimbi sono a letto

Elfo Bianco ripeteva il ritornello e rideva divertito.
“C’è poco da ridere, la fantasia popolare ha trasformato Befana in una Vecchiaccia con il naso adunco, il mento appuntito e vestita di stracci.”
“Non è così?” chiese Elfo Bianco.
“No! Befana è una dolce vecchietta che indossa un’ampia veste piena di tasche per mettere i regali che non trovano posto nella sacca. Ha il volto pieno di rughe, è vero, ma l’espressione degli occhi è dolce, compassionevole.”
“Perché viaggia su di una scopa? Potrebbe usare una slitta come la tua.”
“È successo nella notte dei tempi quando Befana incontrò i Re Magi diretti alla grotta e non volle seguirli per portare doni a Gesù bambino. Allora non si chiamava Befana ma Cieloblu e aveva poteri magici.”
“Non sapevo tutto questo. Allora perché il nome è cambiato?”
Elfo Bianco era eccitato, non aveva mai sentito questa storia prima.
“Perché Cieloblu ebbe una rivelazione, un’epifania appunto da dove deriva il nome Befana. Capì che doveva rincorrere i Magi, trovare il bambinello. Non avendo altri mezzi, prese una scopa e invocò i poteri del cielo e della terra per poterla cavalcare; cominciò a volare sopra oceani e continenti, andando di casa in casa, depositando doni con la speranza che fosse il luogo giusto, ma non raggiunse mai la grotta.”
“Fu punita per questo?” chiese Elfo Bianco con voce tremolante.
“No! Nel suo girovagare rese felici milioni di bambini e promise a se stessa che ogni anno avrebbe ripetuto il suo viaggio intorno al mondo premiando i bimbi e, solo qualche volta, lasciando carbone a quelli che si erano comportati male.”
“Non sono sicuro di aver capito tutto.” disse Elfo grattandosi la testa sotto il cappuccio a punta.”
“Allora seguimi: Epifania significa rivelazione. Rivelazione di una nuova era con Gesù Bambino. Befana, che deriva da Epifania, segna la fine e l’inizio.”
“Credo di comprendere, ora. Perciò se lei non porta i doni e conclude il ciclo, tutto resta sospeso in attesa.”
“Esatto! Ed è la ragione per cui devo trovare una soluzione per lei e presto. Rimanderò il mio sonno annuale. Andiamo al nostro deposito e vediamo se c’è qualcosa di utile per la nostra amica.”
Nei capannoni di deposito doni, gli elfi e gli gnomi stavano catalogando i regali rimasti e pronti per l’anno successivo. Befana stava aspettando irrequieta; le rughe solcavano il volto triste e rigato di lacrime. Abbracciò Babbo Natale, sicura che lui avrebbe risolto il problema. Ma fu Elfo Bianco ad avere l’idea.
“ Ascoltatemi, ” disse “ seppure titubanti, abbiamo accettato e usato, quando necessario, la tecnologia. Befana potrebbe usare una nuova scopa provvista di un motore a reazione. Viaggiando veloce potrebbe recuperare il tempo perduto e completare il suo giro la notte del cinque gennaio. Che ne pensate?”
Befana e Babbo Natale lo guardarono con ammirazione. Era la giusta soluzione.

Befana la provò subito; con la sua sacca di regali e le tasche ricolme di altri doni, montò la scopa e, premuto il pulsante di avvio, schizzò nel cielo gridando di gioia.