Fiaba di Luisa Frosali

Illustrazioni di BDB

 

Il piccolo Tommy curiosava tra gli oggetti custoditi gelosamente nella stanza dei ricordi che nonna Amelia aveva lasciato inavvertitamente con la porta socchiusa. A quanto pare sua nonna aveva tenuto ben custoditi, dentro dei panni di raso color lilla, tutti i suoi vecchi quaderni di scuola. Al piccolo Tommy non piacevano né i quaderni né i libri di scuola e meno che mai andare a scuola. Da quando era cominciato il suo calvario scolastico, non passava giorno che sua madre lo rimproverasse aspramente. “Sei proprio un somaro!”

Il fatto è che il bambino si sforzava di seguire le spiegazioni delle maestre, e spesso, malgrado conoscesse la risposta giusta, non sapeva spiegarsi a parole. Ci soffriva così tanto che finiva per perdere completamente il filo e confondersi.

“Perché mai non hai preso da tua nonna Amelia! Lei era così brava a scuola!” La nonna di Tommy infatti da grande era diventata una grande astrofisica.

“Guarda tuo padre!” continuava a lamentarsi sua madre “Anche lui era così intelligente, proprio come lei!”

Il papà di Tommy invece era stato un accreditato antropologo che, purtroppo, era morto in un incidente di moto da ormai quattro anni. La sua morte improvvisa aveva comprensibilmente lasciato un vuoto nella famiglia Cortigiani a tal punto che nonna Amelia si era rinchiusa in un silenzio di tomba. Tommy scaraventò con rabbia i quaderni di nonna Amelia per terra. Così facendo, però, da altri panni di raso color rosa cipria, uscirono dei quaderni dove c’era scritto:

“Arturo Cortigiani Classe Prima Elementare Sezione B”

Quelli erano i quaderni di scuola di papà Arturo! Il piccolo Tommy aprì subito il primo quaderno a caso, e con stupore, scoprì che suo padre era un somaro tale e quale a lui! Tutti quei quaderni di prima elementare di suo padre erano pieni zeppi di freghi rossi e di brutti voti! I quaderni degli anni scolastici successivi, tuttavia, erano quelli di uno studente modello. Come era possibile? Colto da un irrefrenabile attacco di curiosità, Tommy cercò il quaderno di prima elementare di sua nonna e quando lo trovò, scoprì, con altrettanto sgomento, che, anche sua nonna Amelia, in prima elementare era un’asina!

“Tommy!” la voce glaciale di nonna Amelia sorprese lo sventurato bambino che, dallo spavento, ebbe un sussulto. I due restarono a scrutarsi in silenzio. Si vedeva che il nipote avrebbe voluto avere delle spiegazioni, ma l’unica cosa che gli uscì di bocca fu:

“Prima elementare … brutti voti …. Ciuco, anche io” A quella visione, gli occhi freddi di nonna Amelia, di colpo, si riempirono di lacrime.

“Povero piccino mio!” e così dicendo, l’anziana signora prese il suo unico nipote fra le braccia. I due restarono per molto tempo stretti l’uno nelle braccia dell’altro.

“Devi sapere Tommy che quando avevo la tua età andavo malissimo a scuola. I miei genitori, però, non ne fecero un dramma e mi portarono dal pazzo del paese. Tutti pensavano che fosse pazzo, ma, in realtà, il Professor Liberto Libertini era un genio! Ebbene, dopo neanche un anno di scuola con lui, vinsi tutti i miei timori e paure e tutto divenne facile per me!”

“Liberto Libertini?” chiese incredulo Tommy “Posso andare anch’io a scuola da lui?”

“Oh! Il Professore è morto tanto tempo fa. Io comunque ho fatto tesoro dei suoi preziosi insegnamenti, e quando tuo padre ha avuto i miei stessi problemi, gli ho trasmesso tutto il sapere di Liberto Libertini”

Tommy allora fissò lo sguardo supplichevole su sua nonna e lei gli rispose in tono carezzevole:

“Mi dispiace di averti abbandonato così. Ti prometto che non succederà mai più, e proprio come ho fatto con tuo padre, ti insegnerò tutto quello che il Professor Liberto Libertini ha insegnato a me”

In seconda elementare, Tommy acquisì una maggiore sicurezza e con il tempo dimostrò di avere molto più acume di quanto sua madre e tutti i suoi vecchi compagni di scuola, comprese le maestre, si sarebbero mai potuti aspettare.