Di Lorenzo De Donno

(4 novembre 2020)

 

 

I poeti sono gente strana. Possono passare giornate intere alla ricerca, sul dizionario Treccani, di una singola parola e poi spararci la loro poesia a bruciapelo, godendo del nostro panico da interpretazione. Sapere che una poesia è un lavoro di cesello, di dolorose elisioni, a volte anche di notti insonni, ci fa già sentire meno inadeguati (se non ne comprendiamo immediatamente il senso) e ci dà coraggio a inoltrarci comunque nella lettura e a prenderci il tempo necessario.

Per contro, è anche utile sapere che quella che ci viene spesso spacciata dai social network per poesia, in autopromozione degli autori stessi, in realtà non lo è. Quasi sempre é solo prosa lirica o “composizione sentimentale”, che varrà per altri meriti ma non ha autentico valore poetico. Tentiamo sempre l’approccio alla poesia vera, anche acquistando i libri; con il tempo la differenza qualitativa rispetto agli altri “prodotti” diventerà lampante. L’ho già consigliato recentemente: un libro di poesie è anche una lettura “moderna”, non obbliga a lunghe sedute sul divano, bastano pochi minuti e una sola pagina per riempire un’intera giornata.

Una poesia è spesso un rebus che ognuno risolve a modo suo, secondo gli strumenti interpretativi di cui dispone. I poeti, dal canto loro, non sono prodighi di spiegazioni e non amano commentare i loro scritti, giacché si rivolgono (o sono convinti di farlo) a un pubblico iniziato, che ha già superato una sorta di selezione naturale. La poesia andrebbe, inoltre, contestualizzata al periodo e all’età dell’autore al momento della scrittura, nonché al territorio che le ha fatto da sfondo.

C’è chi è “allenato” e riesce a entrare nel profondo, dove il poeta ha blindato i suoi significati più autentici, chi li intuisce ma rimane nel dubbio, chi apprezza anche solo la musicalità della composizione, la disposizione in sequenza delle parole. Esistono, pertanto, tanti modi per approcciarsi a questa lettura ma, a mio parere, non è detto che con la poesia vinca, poi, quello che, leggendola, crede di aver capito tutto.

 

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