Racconto di Giulietta Lamberti

(Prima pubblicazione)

 

Per lui, cosi timido e sempre impacciato nei movimenti, sarebbe stata una grandissima fatica, quasi fisica tenere una conversazione, con quella ragazza ferma sulla ciclabile, con una ruota della bicicletta bucata. È anche vero che il suo essere sempre così disponibile, con chiunque si possa trovare in difficoltà, non gli avrebbe permesso di cambiare strada prima, per non essere costretto a fermarsi. Già sentiva il suo viso diventare paonazzo mentre le chiedeva se aveva bisogno, già la sua domanda era inutile, si capiva benissimo che stava aspettando un’anima gentile che la potesse aiutare. Il suo” grazie “quasi urlato, mentre lui si stava affiancando a lei, lo mise da subito in agitazione, sapeva che come avesse iniziato a parlare avrebbe balbettato. Ma stringendo i pugni, arrivando quasi a provare un dolore fisico, cercò di non far tremare la sua voce e si presentò in maniera impeccabile.” Piacere sono Pietropaolo, ora cercherò di sistemarti la ruota, ho tutto il necessario.” “Ti manda il cielo, è più di un’ora che aspetto, oggi sembra che nessuno faccia sport, stanno tutti in casa al caldo”. Lui si era già chinato, e con fare esperto svitò le viti, mentre mentalmente ringraziava lo zio Armando che ogni estate, quando andava a passare le vacanze da lui, gli insegnava sempre qualcosa. Ricordava benissimo le sue parole, certo ora sbuffi, ma un giorno ti tornerà tutto utile, ti saprai arrangiare e non dovrai chiedere aiuto a nessuno. Le tue mani diventeranno come magiche, riusciranno a risolvere ogni problema, e l’incontro con quella ragazza ora lo vedeva come un regalo di Natale mandato dallo zio. Lavorando alacremente riuscì a terminare in un batter d’ occhio, Camilla così si era presentata, quell’ angelo biondo lo guardava sorridendo, “Ora dovrai accettare per forza una cioccolata calda Pietropaolo, te la meriti, con il freddo che ti sei preso per colpa mia.” Effettivamente aveva le mani semicongelate, così insieme partirono pedalando con destinazione un bar del paese. Le luminarie colorate per le vie aumentarono in lui la felicità, sentiva crescere la gioia e l’emozione del Natale ormai prossimo. Non gli sembrava vero sedersi ad un tavolino con una ragazza, e ordinare una super cioccolata con panna per entrambi. Ma fu tutto così naturale, parlare delle loro vite, raccontarsi ed entrare in perfetta sintonia, sembrava un’altra persona, la timidezza che gli aveva sempre fatto fare due passi indietro, sembrava sparita. La magia del Santo Natale, come quando da bambino passeggiava con i suoi genitori, tra luci colorate e negozi con le vetrine colme di regali, gli sembrava di riviverla. In quel bar con Camilla, provava le stesse emozioni di allora, che giorni meravigliosi lo attendevano. “Dai se ti va andiamo insieme alla messa di mezzanotte, domani per la Vigilia”, questo l’invito improvviso di Camilla. Rimase in silenzio per un attimo, e subito replicò “Potremo anche cenare insieme se sei libera?” Sentiva le guance infiammarsi, non respirò aspettando la sua risposta, credendo di aver osato troppo. Il sorriso stupendo di Camilla gli fece capire che avrebbe accettato. Lui amava cucinare, le avrebbe preparato il suo cavallo di battaglia, tagliolini al salmone. Mentre fischiettando e pedalando lentamente, se ne tornava verso casa dopo averla salutata con un caloroso abbraccio, sentiva crescere una gioia irrefrenabile. Per la prima volta avrebbe festeggiato la vigilia e il Natale con una ragazza, avrebbe cucinato per lei, lo attendevano giorni indimenticabili, ma sentiva che sarebbero stati i primi di una lunga serie. Tornava a credere a Babbo Natale, come da bambino quando si svegliava e trovava il suo regalo, ma questo Santo Natale aveva portato un dono incredibile, inimmaginabile, meraviglioso, Camilla. Un angelo biondo, destinata a diventare la sua metà della mela, la sua compagna di vita, la madre dei suoi bambini, si perché lui aveva sempre sognato una famiglia con almeno due piccoli cuccioli da crescere. La promessa che fece a Babbo Natale riguardava proprio loro, avrebbe sempre cercato di festeggiare ogni Natale magicamente, per ringraziare di aver ricevuto l’aria, si perché lui già sentiva che Camilla sarebbe diventata vitale come l’aria che gli permetteva di vivere.