Racconto di Loredana Manciati

(Prima pubblicazione)

 

È l’alba, tre giorni a Natale. «Aldo…ma già vai via?»  Erika, non ha neppure sbirciato, le palpebre sono incollate per il sonno. «Dormi…a pranzo ti spiego.» Infagottato dal suo piumino anni novanta preso al mercatino, ha fretta, neppure un fuggevole bacio. Non solo il tempo ma la voglia di spiegare che sta anticipando un turno, per provare ad evitare il suo imminente licenziamento. “Devo tentare di farmi in dieci, perché una ventina di noi rimarranno con un nuovo contratto…per gli altri caput!” Sulla metro, che a quell’ora è semivuota, parla da solo: «Bastardi, a tre giorni da Natale…senza vergogna!» Inutile piangersi addosso, ma il coraggio di parlarne con Erika…o no! Non l’ha trovato. Nel letto, la dolce Erika, ormai sveglia si alza, meccanicamente fa il suo caffè e scruta il calendario. Pensa che il suo lavoretto di commessa finirà probabilmente dopo le feste e allora saranno guai. “Il Natale però lo dobbiamo festeggiare…devo comprare un regalo per Aldo, non ce li scambiamo da tanto. Gli farò una sorpresa.” La piccola gioia di quella decisione si espande nel suo animo donandole una discreta energia. Già le viene in mente cosa fare: degli scacchi per quell’antica scacchiera a cui tiene tanto. “Devo trovare dei soldi: chiederò alla responsabile del reparto se posso fare un turno al settore imballaggio, per qualche euro in più! Ce la potrò fare, ne sono certa!” È un pensiero che le rimbomba nella mente, senza sosta.

Non si vedono quasi più, visti i nuovi turni di lavoro. Oggi è una eccezione, quattro ore di turno e la giovane staccherà per arrivare in tempo per preparare il pranzo. Suo marito tornerà, stranamente, in un orario diverso dal solito! Non va come speravano entrambi, traffico esorbitante; Erika ha ritardato, fermandosi a comprare del kebab e patatine. Aldo, piegato sul piatto, neppure la guarda e bofonchia: «Ci verrà un fegato come un vagone…non digerisco più, più niente!» La giovane lo lascia perdere, perché sa che replicargli è peggio. «Hai detto che mi spiegavi…?» Lo sguardo di Aldo è inequivocabile, anche se tace. Erika incalza: «Ti licenziano, vero!»  Aldo si versa del vino e ne tracanna un bicchiere colmo. «Ma no, no! Ci stiamo chiarendo, faccio altri turni. Tra poco, lo sai, licenzieranno te…ma troverai di meglio. Cercano baby sitter e pagano bene.» Appena è uscito, la giovane piange a dirotto. Ha capito tutto, ma è Natale e lo festeggeranno come si deve. Corre veloce per riprendere il turno. Riesce ad ottenere d’essere inserita in laboratorio. Dovrà ricoprire il buco dalle dodici alle quindici, quattro ore a venti euro! “Potrò comprare quello che ho in mente: degli scacchi da utilizzare sulla bella scacchiera di legno del nonno di Aldo. Ne è così affezionato. Purtroppo le pedine sono rimaste solo cinque, un po’ rotte, sparite, quando le aveva portate al dopolavoro. Ricorda che suo marito ne aveva sofferto molto. La prende, è sempre esposta in alto sopra la mensola più alta. La mette in un borsone per mostrarla all’artigiano che vende i pezzi, anche usati, da adattare come dimensioni e foggia, tutto entro la giornata, perché possa rimetterla al suo posto. “Sarà felice come un bambino, lo so!” Mancano i soldi da tempo ma la loro vita va avanti senza che loro amore ne soffra. Mentre Erika elabora il suo progetto “d’amore” per Aldo, anche lui, passando per le vetrine del corso nota diverse coppie che si abbracciano. Sembra che una delle ragazze indichi al suo compagno una bella spilla in vetrina. Nulla di costoso, ma neppure quella spesa è alla sua portata. “Non se parla proprio anche trenta euro o più non li posso destinare ad un regalo…sarò a “spasso” tra poco, e anche lei!” A due giorni da Natale però, le luci, gli aromi di miele, mandorle tostate e tante belle cose nelle vetrine scintillanti, non lasciano spazio alla razionalità. La sera, prima di rincasare vede esposto uno splendido fermaglio per capelli e pensa: “Questo le farebbe piacere, sono sicuro. L’ho vista ammirarlo un mese fa, proprio passando di qui.” Oggi gli hanno dato un certo anticipo, sugli extra, non resiste, entra e lo acquista. Così felice di quel gesto, pregusta il momento che lo vedrà tra i capelli di Erika. Lo nasconde accuratamente in fondo alla sua sacca. È anche incartato con cura: stupendo. La sera a cena sfoggia un bel sorriso affermando che le cose si mettono meglio. La gioia traspare anche dal volto di Erika che attende di vedere la reazione di Aldo nel vedere riprodotti così bene gli scacchi tanto amati. Il tono usato da Aldo è laconico: «Sotto l’albero metteremo dei pacchetti…a sorpresa con qualche piccola cosa, che dici, per tradizione!» L’assenso di Erika è uno splendido sorriso. Quella notte sono così felici, si stringono e si amano come se fossero gli unici amanti del mondo. Sono due sognatori: lui voleva diventare cantante, lei scrittrice. All’alba della vigilia, quando Aldo è già uscito, la giovane legge un annuncio per un bando letterario: “Scrivete la storia più romantica di Natale”. Pensa che vorrebbe provare ma cosa raccontare!? Ha lavoro accade qualcosa di imprevisto, un incidente non grave. Nel prendere, spostare le merci da imballare, un barattolo lasciato semiaperto di colla, le cola sulla testa una sostanza molto appiccicosa, densa che le impregna i capelli. Grida, ha paura di danni anche più seri ma niente di irrecuperabile. Ma i suoi capelli dovrà tagliarli! Ci pensa una commessa ex parrucchiera. Qualche sforbiciata e le sue belle chiome non ci sono più! “Non importa, mi è andata bene…ora corro a ritirare gli scacchi!” Il freddo la costringe a infilarsi il berretto, ed è così che va dal negoziante e poi a casa. Sta per arrivare Aldo. Sbircia lo scaffale, stranamente non vede la scacchiera. Pensa che forse Aldo l’ha tolta per far spazio a delle bottiglie di vino appena acquistate per le feste. Il volto di suo marito è rischiarato da uno sguardo sereno, perfino radioso. Chiede: «Come mai…hai quel cappuccio, senti freddo?» Un timido sì di Erika non lo colpisce particolarmente. «Hai messo la scatolina sotto l’albero amore? Vado, la metto anch’io!»  Qualcosa non sa Erika, e neppure il suo compagno. Qualcosa non immaginiamo…possa essere accaduto. Una bella melodia natalizia riempie la loro casa. Cenano, guardandosi con affetto, pregustando quando si rivelerà all’altro il regalo inaspettato. «Ecco, è quasi mezzanotte…ti ricordi da bambini come era bello, essere ingenui e aspettarsi l’arrivo di Babbo Natale!» La voce commossa di Aldo fa sciogliere in lacrime la compagna.  «Non pensiamo a quello che accadrà, ce la faremo, siamo uniti e supereremo tutto, vedrai!» Si sciolgono le ansie e ogni timore. Tornano piccoli e scartano i primi pacchetti: dolci, un attrezzo, un libro. «Ora Erika devi toglierti il cappello di Babbo Natale che hai indossato…non avrai ancora freddo credo!» Lei tergiversa, prende il pacchetto a lei dedicato e lo apre.   «Che meraviglia Aldo, ma è un regalo troppo prezioso come hai fatto!» Un attimo, il tempo della consapevolezza di ciò che è accaduto. Aldo le toglie il cappello e urla: «Dove sono i tuoi capelli!? Uno scherzo?» Nello stesso momento la giovane scoppia in lacrime: «Un incidente…proprio oggi, si proprio oggi. Ricresceranno presto, metterò il tuo fermaglio, è bellissimo davvero!»  Si riprende Erika, convinta che il suo dono per lui rimetterà le cose a posto.   «Aprilo, dai! Sono certa ne rimarrai colpito!» Aldo, che si è appena ripreso, apre il pacchetto alquanto voluminoso. Appaiono ai suoi occhi, scolpiti in legno: il re, la regina, il cavallo…la torre! È così sorpreso che non riesce a emettere neppure un suono. Sa che cosa ha appena fatto! «Che c’è? Non ti piacciono forse? Prendi la tua bella scacchiera dai, li proviamo!» Erika lo guarda: Aldo atterrito, esclama: «Siamo due sciagurati, credimi, io ti regalo un fermaglio…e tu a me gli scacchi…»  la giovane replica: «E allora, che c’è?» Aldo, sbotta: «Ecco, vedi questi trecento euro…tanto mi hanno dato per la scacchiera antica! L’ho venduta! Soldi per farti il fermaglio e poi per andare avanti…»  Sono entrambi muti senza provare ad aggiungere altro. Poi Erika si scuote, la sua innata ironia le fornisce la scappatoia, scoppia a ridere.  «Ma saremo scemi, davvero ridicoli, sì! Non ti viene da sorridere a quello che è successo?» Accade che anche Aldo si fa contagiare dall’allegria della moglie, ride, ride di cuore. Si abbracciano e mangiano a crepapelle scordandosi dei loro problemi.   “Tutto si risolverà, anche presto, me lo sento. Non dormirò questa notte, scriverò questa storia…la nostra storia di Natale, troppo bella!” Pensa Erika, che quel che è accaduto non sia casuale. «La scriverò questa bella storia di Natale.» Ironico Aldo aggiunge: «Si, proprio bella!»

Epilogo

Notte insonne per entrambi, mentre Aldo segue un programma musicale in tv, Erika scrive di getto, senza provare stanchezza, la loro storia di Natale, che immediatamente invia all’indirizzo del concorso letterario di cui aveva letto, con la nota: “Da una storia vera”. Un Natale diverso ma sempre felice e anche a lieto fine.

Dopo tre mesi l’esito: “La sua storia ha vinto e verrà pubblicata”. Segue una nota della direzione che aggiunge un invito a recarsi nei propri uffici per un colloquio. Abbiamo bisogno di penne come la sua.

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