Articolo di Liliana Vastano

“Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere la verità né dentro se stesso né intorno a sé, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri”

Fedor Dostoevskij

 

In Italia e nel resto del mondo l’invasione russa della Ucraina sta avendo notevoli ripercussioni nel mondo della cultura. L’evento, di gravità inaudita, ha colpito con intensità diversa la sensibilità di ciascuno di noi con ricadute un tempo impensabili su un patrimonio culturale di valore immenso che hanno provocato il boicottaggio di artisti russi nonché studiosi e studenti di lingua e letteratura russa come accaduto in molte università. La cosa più assurda, che ha fatto tanto scalpore, è avvenuta alla Università Bicocca di Milano dove il prof. Paolo Nori si è visto annullare un corso su Dostoevskij che, tra l’altro, gli era stato richiesto. Il clamore e l’indignazione suscitati dalla decisione dell’Ateneo hanno costretto la Bicocca a invertire la rotta ma il “vulnus” c’è stato: come può una università fare uno scivolone del genere? E Tolstoj, Solzhenicyn, Cechov non li leggiamo più? Tutto questo è assurdo. Fortunatamente, a bilanciare questi comportamenti a dir poco discutibili, fanno sempre più notizia numerosi episodi di fratellanza fra artisti russi e ucraini: al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli si sono esibiti in un concerto per la Pace allievi russi e ucraini e al Teatro San Carlo, dopo la rappresentazione dell’Aida, si sono abbracciate sul palco la soprano russa e la mezzo soprano ucraina. Episodi come questi si sono ripetuti in molti teatri del mondo a testimoniare che la cultura e le arti in genere dovrebbero unire i popoli non alimentare l’odio e le divisioni. Tutti noi, con l’animo devastato dalle terribili immagini che ci trasmette la Tv ci auguriamo che la guerra finisca presto. Nel frattempo dobbiamo offrire solidarietà e aiuti concreti alle migliaia di profughi che stanno arrivando nelle nostre città. Dobbiamo farlo soprattutto per i bambini a cui è stata negata l’infanzia affinché questa maledetta guerra non li danneggi ulteriormente, togliendo loro anche la speranza di un futuro migliore.