Racconto di Delia Giordano

“RaccontiContinuaTu”

 

Scendeva le scale, aveva fretta, il taxi la aspettava. Stava chiudendo, finalmente, quella porta.

Dietro di sé aveva chiuso non solo la sua casa ma tutta quanta la sua vita. Di corsa aveva riempito un borsone per non farsi trovare al suo rientro. Non voleva incontrarlo, perché sapeva che non avrebbe potuto nascondere ciò che aveva nel cuore. Lei non sapeva mentire. Ma lui sì.

Come aveva potuto viverci tutto quel tempo, senza capire nulla? Quanto bravo era stato a nascondere la verità o quanto ingenua era stata lei a non vederla? Ora, mentre scendeva quelle scale di fretta, ogni cosa le sembrava chiara. Il velo era caduto e lei vedeva la realtà per quella che era. Eppure c’è l’aveva sotto gli occhi, ogni giorno: le telefonate in piena notte, le camicie che riportava sempre pulite di tintoria e quella macchina scura che veniva continuamente a prenderlo. Quante bugie, quante scuse che ora le sembravano così assurde! Adesso che sapeva, non poteva più restare in quella casa e dividere il letto con quell’uomo che non aveva mai conosciuto realmente. Un uomo con le mani sporche di sangue di tanti innocenti, ai quali lui stesso aveva inflitto feroci sofferenze. Aveva sposato un mostro dalla faccia d’angelo. Ora era così chiaro il motivo per cui gli uomini di Salazar non erano mai venuti a perquisire la sua casa e perché i soldi non mancavano mai. Aveva venduto la sua anima per una vita agiata. Se quella donna per strada, non le avesse gridato tutto il suo disprezzo, lei non avrebbe mai saputo.

“Come puoi dormire con quel macellaio?” le aveva urlato con gli occhi pieni di lacrime. “Questo era mio figlio” lo disse porgendole una foto di un ragazzo sui 20 anni. “Era così, prima che tuo marito lo riducesse una maschera di sangue senza più vita!”

Lei rimase muta, senza la forza di fare un passo e, quando la donna fu portata via da una camionetta della polizia speciale, rimase ferma per strada, per chissà quanto tempo. Nessuno le si avvicinò: era colpevole proprio quanto suo marito, perché non aveva voluto vedere ciò che gli altri sapevano. Per mesi, dopo l’accusa della donna per strada, aveva cercato dentro di sé una spiegazione “forse la donna l’aveva confusa con un’altra, forse suo marito era stato costretto, minacciato. Chi non lo era sotto il regime di Salazar?” Si ripeteva nelle interminabili notti insonni. Una sera decise, finalmente di mettere fine ai suoi dubbi e così glielo chiese, senza giri di parole. Lui, per tutta risposta la fissò con i suoi grandi occhi azzurri, che un tempo l’avevano fatta innamorare; ma quella sera il suo sguardo era di ghiaccio, lo sguardo di un uomo che non aveva mai visto. Si sentì gelare il sangue. Non ebbe bisogno di chiedere altro. Ormai sapeva. L’indomani chiuse la porta senza nemmeno voltarsi indietro. Era il 1975 e da lì a pochi anni in Portogallo avrebbe riacquistato la libertà. Il prezzo pagato fu altissimo.