Poesia di Luciana Prisciandaro

 

 

Sono grata all’età

se la mia casa

non ha porte

e neppure lucide maniglie.

Se ho nelle tasche

biglietti mai spediti

e mi chiedo se dopo di noi

si ameranno di un uguale amore.

Scaraventata giù dai tacchi,

arresa a gravità

della terra e degli anni,

canto canzoni a me stessa.

Ogni giorno

ha freschi pensieri di domenica

e mai che giunga notte.

Che importa

se passa il tempo dell’incipriarsi

quando irradia bellezza

dall’ombra.

E l’inverno va a passi di danza

in mezzo a fiori finti.

 

Mai l’ultimo sbaglio

mai l’ultimo specchio

se sposti il finale più in là.

 

Che importa

se il disco s’incanta

e ci vuole un rammendo

alla sottana.