Poesia di Maria Letizia Pecoraro

 

Concerti convulsi

di cicale appassionate

dentro pomeriggi infuocati,

quasi al centro

di un’estate tra tante.

Pensieri e parole

depongono armi affilate

e s’arrendono al tempo

che s’infila nel collo angusto

di una clessidra:

granelli di sabbia scorrono,

Lenti? veloci?

È l’occhio che scruta e discerne,

classifica e archivia.

Intanto il silenzio dilaga,

attraversa le fibre del corpo,

si fa terra fertile

per ricevere

sementi di vita futura.