Racconto di Domenico De Ferraro

Un Eroico Pendolare Del Mare

 

L’intenzione era di passare una giornata al mare ma dopo tre ore bloccati in mezzo al traffico ed   essere spintonato da un grosso camion pieno di cipolle impaziente, nervoso per la fretta, di arrivare a Roma a vendere i suoi prodotti diventa davvero una disgrazia. Quella mattina il signor Bianchetti aveva un diavolo attaccato ad ogni capello, quel fine settimana era stato organizzato con cura certosina atteso con desiderio per l’intera settimana una giornata da trascorrere in pace a mare insieme all’intera famiglia. La famiglia Bianchetti era composta da   mamma Viola impiegata in un laboratorio di analisi cliniche e papà Peppino operatore professionale in una casa di cura per anziani, erano andati a dormire a notte fonda il giorno prima   per preparare tutto le leccornie da portare al mare il mattino seguente   panini farciti di ogni golosità, marmellate, mortadella, petti di pollo dorati.   Bibite frizzanti, dolci e frutta a volontà. Doveva essere una giornata spensierata un giorno di riposo vicino al mare fatto di sole riposo  e deliziose nuotate in fondo all’orizzonte del mare oltre ogni umano dolore ,cattiveria civile che scorre nelle vene di una città grigia e poco socievole. Un dimenticare un lasciarsi andare alla bellezza dell’estate. Ma quelle prime tre ore passate in macchina solo per arrivare a metà percorso verso la destinazione ripromessa avevano ferito  profondamente nell’animo quella piccola onesta e laboriosa famiglia con loro per giunta si era unita anche la vecchia nonnina di ottant’anni clementina che non andava al mare da più di tre anni cioè da quando gli era morto il suo povero marito il signor  cesare di professione imbianchino e tutto fare alle dipendenze per ben cinquant’anni del commendatore Trombadori  della premiata ditta ferramenta e utensili vari che serve l’intera provincia di  Caserta      e Latina. Siamo enormemente in ritardo quanto mi dispiace. Non piangere caro vedrai tra un po’ il traffico incomincerà a scemare questo è un punto nevralgico su questa statale confluisce ogni strada provinciale diretta al mare vedrai un po’ di pazienza e c ‘è la faremo. Si cara ma sono tre ore che siamo bloccati inchiodati sotto questo sole, afflitti dal caldo e dai venditori ambulanti che ci tormentano con cappelli, sigarette, accendini e alta roba varia mi hanno lucidato la macchina già trenta volte ho dovuto per non far vedere d’essere un razzista sborsare ben dieci euro di mancia credimi non c’è la faccio più vorrei tanto tornare indietro, mi sento distrutto. A quelle lamentele la nonnina da un angolo stretto della macchina incomincia a gridare: ragazzi non mollate c’ è la dobbiamo fare ricorda le parole di tuo padre. Peppino mai arrendersi, mai indietreggiare. Lo faresti rivoltare nella sua umile e fredda tomba. Abbi pazienza ascolta le parole di tua moglie.  Se torni indietro, ti arrendi alla vita ai malfattori ingrosserai le file dei delusi, cadere al primo tentativo non devi non puoi tuo padre ti ha insegnato che non bisogna mai arrendersi, bisogna andare sempre avanti e i due suoi figli replicavano: Forza papà noi siamo con te non ci arrendiamo il mare attenda noi prima o poi arriveremo. Ragazzi sono orgogliosi di voi se fosse vivo mio padre vi mangerebbe di baci. Solo una cosa non riesco a digerire questo cafone di camionista con il camion pieno di cipolle che mi suona dietro da due ore, lo vorrei farlo passare aventi, vederlo scomparire in una nube lui e il suo dannato camion puzzolente ma mi e impossibile farlo non riesco andare ne avanti, ne indietro.  Il blocco delle auto  infatti uno dietro l’ altra formava  quasi un corpo solo , un ammasso di ferro incandescente  sotto  al sole  cocente alcune auto addirittura  avevano     le ruote sgonfie  poiché il peso in auto era  davvero eccessivo  le ruote si scioglievano  si attaccavano  diventano tutt’uno con l’asfalto infuocato  un po’ più avanti causa la brutta educazione o inciviltà di alcuni automobilisti  che avevano   provocato  vari tamponamenti a catena facendo scoppiare delle  furibonde liti a suon di sonori ceffoni, sputazzate ,calci,  morsi famelici , una famiglia proveniente da Maddaloni all’ altezza di un incrocio s’era preso a pistolettate con un’altra proveniente da Aversa. La cosa era andata a finire proprio male causando tre feriti e un moribondo il traffico era totalmente impazzito all’arrivo della autoambulanza della croce rossa con a bordo un medico un pediatra al suo primo incarico all’interno del 118 e un infermiere ad un passo dalla pensione. Ulteriori problemi ne erano derivati con l’arrivo della polizia. Una catastrofe difficile da gestire. Intanto Il mare con le sue spiagge dorate lunghe  infinite ,baciate dalla dolce brezza marina  erano ancora così lontano  per la famiglia Bianchetti che per giunta veniva al fine dopo tanti urli , tamponata dal villico guidatore del camion pieno di cipolle che pretendeva e voleva avere anche ragione del danno causato, ammaccando la macchina posteriormente perché non frenava in tempo  in quel mezzo metro di spazio percorso  Così dopo mezza giornata passata all ‘inferno con la macchina ammaccata ed un occhio nero di papà Peppino che s’era preso dopo una azzuffata con il villico camionista che  voleva per forza aver ragione la famiglia Bianchetti giungeva al mare quasi al tramonto  ,la macchina fu fermata in doppia fila tutta la famiglia scese di corsa a vedere quel sospirato desiderio  il mare.  Corsero si spogliarono in fretta dimenticando la nonna in cabina attorcigliata alle sue braghe. Peppino con un buco davanti al vecchio costume i due figli sudati la moglie Viola, nera di rabbia ebbero il tempo di fare un breve bagno in un rosso tramonto   il mare era placido e brillava sotto i raggi lunari nuotarono felici come mai nella loro vita, risero.  Peppino fece il morto galleggiando a pelo d’acqua ,la moglie Viola  arrivo con quattro bracciate  cosi a largo che per vederla ci voleva il cannocchiale i figli  fecero le capriole  i tuffi acrobatici  e quando ebbero finito di fare il bagno ritornarono  in città  .Non Prima di essere ritornati indietro per  ben due volte prima al bar del lido dove avevano lasciato la nonna e poi nella cabina che avevano affittato poiché la nonnina s’era  dimenticata la sua dentiera così quasi a notte fonda ritornarono   in quel luogo grigio e immondo senza cuore scomparirono tra intrigati vicoli e  oscure case. Dispersi  in desolati quartieri  con qualcosa dentro il loro animo  una forza nuova una comprensione dell’esistenza diversa una consapevolezza basata sulle loro capacita di affrontare il male che tesse l’abito buono  di questa società  minando  la fiducia in se stessi , fiducia che alla famiglia bianchetti dopo quel giorno passato al mare gli servì da vera lezione di vita, il mare può anche aspettare prima o poi noi arriveremo a bagnarci nelle tue fresche acque la morale e   non  bisogna arrendersi mai  come appunto diceva  la buonanima del signor cesare, papà di Peppino l’eroe di questo breve racconto.