Racconto di Stefano Benni

 

 

A un miglio di profondità, nell’Oceano Pacifico, nella fossa di Buenas Umbras, era in corso uno strano assembramento di balene. Un capodoglio enorme, più di venti metri, pinneggiava in surplace.

Almeno una ventina di giovani balenottere gli stavano di fronte, in fila per quattro. Qual era il mistero di questo anomalo branco? Nessun mistero: era una scuola, il capodoglio era il maestro e le venti balenottere le allieve. La lezione si teneva in ultrasuoni e il titolo era: Capolavori della letteratura cetacea.

– Care scolare, – disse il maestro – parleremo oggi di quello che è ritenuto il libro più importante della nostra storia. E cioè Il diavolo zoppo. Voi lo conoscete bene, vero?

Le balenottere annuirono scodando, senza molta convinzione.

– Come sapete, il libro è stato scritto nell’anno dei sette iceberg, da un capodoglio albino di nome Mobius Benedick. Egli fu perseguitato tutta la vita da un baleniere al quale, in leale duello marino, aveva staccato una gamba. Ovviamente a provocare, come sempre, era stato l’umano. Ma costui, gonfio d’odio, si mise a perseguitare Mobius per tutti gli oceani…. Qualcuno sa come si chiamava questo baleniere?

– Crab? – suggerì una balenottera rotonda.

– No – sospirò il maestro.

– Lo so…Calab… no, anzi, Akab – disse una balenotta tigrata

– Brava Rigutina, così suona il suo nome nella lingua degli uomini. Ebbene, il racconto di Mobius Benedick inseguito da Akab, le sue riflessioni sulla morte e sulla caducità dell’esistenza, le avventure e i colpi di scena, fino al tragico finale, fanno di questo libro un capolavoro pelagico che non può mancare nell’archivio ultrasonico di nessuna balena. Ora, sapete dirmi come gli umani chiamavano Mobius Benedick, il nostro niveo, grande scrittore? Tu, Pinnamozza, là in fondo, mi stai ascoltando o fai merenda di meduse? Sai rispondere?

– Ehm…ecco…

– Cosa stavo dicendo?

– Dunque…parlava di iceberg… e di un marinaio con un occhio solo.

– Uffa Pinnamozza, come al solito non sei stata attenta…e io so perchè…La tua membrana sta ascoltando un altro ultrasuono… dimmi cos’è.

– Ma veramente, signor maestro…

– Dimmelo!

– Stavo ascoltando Ventimila baci sotto il mare, ovvero la storia di Balenonzolo e Balenadia, una bella storia d’amore…

– E tu Pinnablù?

– Io… stavo ascoltando una raccolta di barzellette sui trichechi.

– E tu Codaforata?

– Io ascoltavo musica, i Killerwhales, un gruppo di heavy-ocean molto tosto… Vuol sentire anche lei, professore?

Il maestro sospirò con grandi bolle, poi disse: – Va bene, intervallo, tutte in superficie.

E mentre le balenottere gioiose correvano verso l’aria per schizzarsi e giocare, pensava: Ma che senso ha ancora studiare Mobius Benedick? È sempre più difficile far leggere queste giovani bestie. E soprattutto, ne vale la pena?

Poi emerse, e guardando un’isola lontana pensò: Che solitaria fatica insegnare i classici! Chissà se gli umani stanno meglio…