Racconto uscito originariamente sul Messaggero.it nella rubrica di libri Ricci & Capricci

 

 

Il bambino sbuffò: – Ma quanto dobbiamo aspettare ancora?

Il padre, anche lui abbastanza spazientito, si strinse nelle spalle: – Un quarto d’ora al massimo, spero.

Per un po’ rimasero in silenzio a guardare il viavai delle persone che entravano e uscivano dai negozi.

Il bambino a un certo punto tirò per la giacca suo padre: – Ma il negozio dov’è entrata mamma come si chiama?

– Libreria.

– E cosa ci vendono?

Sul volto del padre si dipinse uno sghignazzo malinconico, e cominciò a spiegare.

Tantissimo tempo prima un tipografo chiamato Johannes Gutenberg aveva inventato la stampa a caratteri mobili, cioè i libri, e per molti secoli l’umanità si era divisa in scrittori e lettori. Poi, di recente, era successa una cosa strana, paragonabile a un cambio di era geologica: gli scrittori erano continuati a proliferare, i lettori invece si erano estinti. C’era stato un periodo appena antecedente a questa rivoluzione in cui la filiera del libro aveva provato a salvarsi attraverso massicce quanto dannose campagne a favore della lettura…

Il bambino interruppe il padre: – Ma se è vero quel che dici ora le librerie cosa vendono?

Il padre si schiarì la voce con un colpo di tosse e poi asserì convinto: – Lettori.

– Come lettori, non capisco.

– Il mercato culturale è stato stravolto, domanda e offerta si sono cambiate di posto, qualche analista ha capito subito che gli scrittori, ormai coincidenti con la quasi totalità della popolazione, avrebbero fatto di tutto purché qualcuno leggesse le loro opere.

– Anche pagare?

– Appunto.

– Non ci credo.

Il padre allora portò il bambino a fare un giro dentro la libreria per vincere il suo scetticismo. Gli scrittori vecchio stile erano inconfondibili, avevano occhiali con montature ridicole e giacche di velluto a coste larghe. Ma c’era anche parecchia gente insospettabile: una casalinga aveva scritto un libro di ricette; un broker finanziario un romanzo storico sulla Roma della controriforma; un imbianchino un graphic novel illustrato con le setole dei suoi pennelli. Gli scaffali dove prima erano impilati i volumi erano occupati da schede più o meno accattivanti dove venivano ritratti i lettori in vendita.

Marzia: lettrice forte, predilige polpettoni intellettualistici e rigorosamente senza plot; può dare intensa gratificazione a grafomani assortiti, maniaci del “Nouveau Roman” e cultori dello “stream of consciousness”; Roberto: lettore specializzato in manualistica d’ogni tipo, dalla botanica alla trigonometria, curioso di qualsiasi argomento fin da bambino e sempre pronto a regalare al tuo manuale un momento di autentico stupore; Emanuela: lettrice appassionata di tutti i generi letterari, in particolar modo il rosa, senza inibizioni sognerà con la tua storia per tutto il tempo che vuoi (PS: disponibile anche a leggere in “déshabillé”).

Quando furono di nuovo per strada il bambino chiese: – Ma funziona come un noleggio?

– Esattamente figliolo, i lettori vendono pacchetti di ore, alcuni offrono il servizio anche a domicilio. Altrimenti si fa tutto in libreria, un luogo d’incontro neutro, professionale.

– E dove?

– Le librerie hanno riadattato i loro spazi alle nuove esigenze, ci sono tante piccole salette in cui una volta pagato il servizio lo scrittore incontra il suo lettore, non le hai viste?

Poi una donna, visibilmente soddisfatta, uscì dalla libreria e interruppe quel dialogo: – Eccomi, scusate il ritardo ma la mia nuova silloge poetica è piaciuta tantissimo.