Poesia di Maria Letizia Pecoraro
Cavalco l’onda,
nel mare inquieto di settembre
– che sia di me signore!
Mi eleva al suo altare,
lì in cima alla cresta
l’attimo prima di rapirmi intera,
nel flutto ingordo.
Mi inabisso, riemergo
e ancora sono dentro –
cristallo liquido rilucente di cielo;
mi frango in mille gocce
nella corrente poderosa
che si fa schiuma ribelle.
Perdo il mio corpo
nel vortice incostante delle onde,
risorgo vertigine senza più centro,
avendo abdicato l’equilibrio
alla meraviglia dell’onda:
sono acqua dentro acqua,
cielo nel cielo,
pensieri senza forma.
Vita sospesa dentro una bolla
prima di tornare sabbia
che scorre tra le dita.
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