Poesia di Marcello Comitini
(27 febbraio 2021)
L’albero contorto e ai suoi piedi
una panchina vuota. E io solo.
Ho portato con me una tela
e tanti vecchi ricordi.
Mescolo i loro colori
al grigio pastoso dell’inverno
al cinereo del cielo, al rosso
delle foglie al suolo.
Dipingo l’albero,
il tronco piegato, la panchina
le foglie. Mi guardo intorno.
Ma ora cosa accade? I colori
sbiadiscono, i ricordi un grumo
ispessito sulla tela.
Raschio via tutto. Riprovo. I pennelli
sono lame che graffiano, fanno della tela
un cielo vuoto. Sorrido
a tanta solitudine
come a un triste sogno.
BIOGRAFIA: Marcello Comitini, siciliano, nato a Catania, laureato in Giurisprudenza, vive attualmente a Roma.
Ha svolto diversi mestieri, tra i quali insegnante di fotografia e cinematografia, analista dei processi produttivi delle aziende creditizie italiane e estere, direttore organizzativo del teatro Ambra Jovinelli di Roma.
A ventotto anni ha pubblicato la raccolta di poesie
“Un ubriaco è morto” (Misuraca Editore, Palermo, 1973)
e due traduzioni:
“Lo sciopero generale” di Fernand Pelloutier (Pellicanolibri Edizioni, 1977)
“Il Panico” di Ferdinand Arrabal (Pellicanolibri Edizioni, 1978).
Dopo una pausa trentennale, per motivi di lavoro, ha pubblicato le raccolte:
“Formule dell’anima” nel 2011,
“Di cremisi e azzurro” nel 2012 (pittura e poesia insieme alla pittrice Beatrice
Borroni),
“Terra colorata” nel 2014,
“Il fiato del mondo” nel 2015,
“Quarto Giorno” nel 2018
“Senza trama” nel 2019
“Donne sole” nel 2020
Ha tradotto e pubblicato nel 2017
“I Fiori del Male” di Charles Baudelaire.
Scrive racconti per diverse riviste on-line e gestisce il sito web www.terracolorata.com e il blog https://marcellocomitini.wordpress.com/
I suoi lavori sono pubblicati anche sul sito alessandria.today
Di lui, tra l’altro, è stato detto: «Le sue poesie offrono la sensazione che tutto si tramuti in “carne e sangue”, in gioia di possedere, in desiderio di attrarre a sé l’altro e di essere attratto dall’altro […] perché egli si pone di fronte a uno specchio, che è il suo vissuto, e in esso si riflette per riflettere sulla vita, affidandosi agli occhi e al cuore».
«In lui non c’è la logica dell’apparire né quella del vendere. Il suo obiettivo è regalare sogni, amari ma certamente umani.
Coloro che desiderano sognare insieme a lui, sanno dove trovarlo.»
Che dire? Mi sono identificata. Alle persone che hanno vissuto intensamente la vita, spesso rimane solo tristezza ed un grandissimo vuoto che cofonde..COMPLIMENTI
Dopotutto è un buon segno saper sorridere alla solitudine e paragonarla solo ad un brutto sogno.