Racconto di Valentina Carinato

(Quarta pubblicazione – 1 maggio 2019)

 

Una signorina sale a bordo di un treno. Sale a Treviso e deve arrivare a Pordenone, il viaggio dura un’ora. E’ il tempo utile per leggere un po’. Dalla borsa prende “Il conte di Montecristo ” di Alexandre Dumas, un libro di circa 1000 pagine, un mattone leggero perché ama lo stile dello scrittore.

Seduta comoda, appoggia la borsa nel sedile accanto, beve un po’ d’acqua e via dentro alla lettura. Nel frattempo il treno macina chilometri, si ferma, gente che sale o scende, bambini che piangono, ragazzi che ascoltano musica, succede di tutto! E lei continua a leggere. Arrivata al punto in cui Valentina scappa dal promesso sposo (voluto dal padre) viaggia nello stesso binario del conte di Montecristo, in un’altra epoca.

Ad un certo punto gli occhi le fanno male, ignara della maschile presenza davanti a lei chiude il libro ed alza gli occhi.

La presenza maschile è un certo tizio, un uomo sulla cinquantina.

“Bella giornata, vero?” il tizio indicando il finestrino.

“Si, c’è un bel sole”la signorina.

“Una bella giornata per pescare un po’ di pesce. Ti piace il pesce?”

“Si, qualche volta lo mangio.”

“Di dove sei?”

“Castelfranco Veneto. ” la signorina mente perché tizio è un estraneo.

“Bellissimo Castelfranco Veneto, c’è Giorgione ed io amo l’arte. E c’è anche buon ristorante di pesce.”

“Beh, certo, Giorgione è conosciuto nel mondo. ”

“Sei fidanzata? ”

“No.”

“Sposata?”

“No, niente. Sono single.”

“Se vuoi ti do mio numero così andiamo a mangiare pesce a Castelfranco. ”

“No, non mi interessa.”

“Ma dai, sono buonissimo.”

“No.”

“Davvero, sei sicura? Io sono divorziato.”

“Non voglio il tuo numero! Sto bene così. ” la signorina carpiva la natura del divorzio.

“Sai cosa, tu sei strana!”

” Sì sì, sono strana.” senza battere ciglio.

“Ti dico una cosa, Dio ci ha dato quella cosa lì per usarla!”

“E l’intelligenza per scegliere con chi e come usarla.”

” Che lavoro fai?”

“La commessa.”

“Hai sbagliato lavoro, dovevi fare la monaca!” tizio accaldato, sudato.

“È una scelta di vita come un’altra, un mio vicino di casa si è fatto prete per esempio. ”

L’altoparlante annuncia la fermata di Conegliano e tizio ormai provato dalla discussione saluta e si avvia all’uscita.

La signorina tira un sospiro di sollievo e riprende in mano il suo libro.

‘Accidenti a me, se non alzavo gli occhi per un altro po’ avrei evitato di sprecare fiato con tizio!’ pensa fra sé.

In effetti la sua passione per la letteratura l’aveva protetta per un po’.

È meglio leggere un libro senza capire niente che spendere parole con un tizio che non capisce niente! In caso di “occhi stanchi” si consiglia di guardare gli spazi bianchi o le figure, o perlomeno di sbirciare oltre le pagine per vedere se c’è qualche tizio.