Racconto di Vincenzo Corrado

(Prima pubblicazione)

 

 

Grigia metallizzata. Pulita. Lavata di sicuro sabato mattina, che non si lavora. Mercedes. Decappottabile. Ha anche un suv, probabilmente nero, ma se devi uscire a cena con una separata da poco la due posti è più indicata. Ehi, i tuoi giorni da moglie sono finiti, con me torni ad essere fidanzata. Pure se hai passato i cinquanta, baby. Andiamo ovunque, ti porto sulla Luna ma volendo anche al centro commerciale, fai di me ciò che preferisci. Solo io e te.
Lasciare per dodici ore la macchina in divieto. Con multina di euro 72 sul parabrezza. Roba da ricchi. Infarto ad un passo dall’orgasmo? Oppure storia che racconterà agli amici del tennis: dopo cena siamo stati a letto dieci ore di fila. Più la seconda, decisamente.
A casa di lei foto di Daniele (come il nonno) e Marta al mare. Foto di loro due in montagna. Foto con mamma a Parigi seduti in un bistrot che nemmeno sulle guide turistiche. Ridono sempre. Soggiorno con poltrone e divani nuovi nuovi, li ha pagati lui tre mesi prima della crisi. Il Big Bang della relazione nata ai tempi delle feste in casa, signora mia che bei tempi. Che poi ormai ci sono due creature, è un progetto di vita. Resistiamo, è giusto così. E invece lui prende una biondina e scappa. L’aveva già fatto, figurati. Ma stavolta voleva farsi proprio beccare. E allora mamma lascia papà e i pargoli piangono. Saremo lo stesso una famiglia. Nel weekend papà vi porta sul lago. Sai che gioia. La biondina è già sparita, la sua parte l’ha fatta. Era la bollicina in più, l’ultima, per fare saltare il tappo. Vent’anni e passa di tappo. Boom. Marta e Daniele capiranno da grandi, forse. Intanto studino che c’è il liceo da finire. Poi università. Erasmus. Feste. Barcellona. Che sbronza. Erba in spiaggia, magari. In frigo collezione di yogurt. Biologici. Magri. Naturali. Zero grassi. Zero zuccheri. Tutta salute. Verdura, verdura, verdura. Verde. Verde scuro. Viola quasi nera. Succhi, roba light. Marta e Daniele mangiano fuori spesso. L’età più bella. Mamma invece calorie poche. E yoga. E Pilates. Tappetino di plastica troppo blu nella mansarda. Marta stanotte dorme dalla nonna. Nonno Daniele è andato a dormire mille anni fa. Infortunio sul lavoro. Ispettore della sicurezza precipitato da alcuni metri. Un cantiere non a norma. Giù. L’ambulanza poteva arrivare prima. Si dice sempre così. Marta, li vuoi i tortellini? Ma quali tortellini, vuole la pizza. Marta su WhatsApp, tre gruppi alla volta. Le foto di quello che le piace. Secondo Cristina è troppo alto per lei. Cristina invidiosa perché a lei non se l’è filata alla festa sabato sera. Festa in discoteca. Buio. Luce. Buio. Luce. Ormoni e sudore. Marta vestita come una di Instagram. Mojito. Un altro. Marta ride troppo. Lui vede la Madonna sguaiata. Bella. Che bella, cazzo. Le labbra gonfie di lei. Lui alto che sembra di legno. Due Coca Rum di fila. Ti stai divertendo? Sì dai, tu? Poi messaggi. E basta. Due gif per ridere. Domani escono. Lui si metterà la camicia. Ti porto io in canna, ok? Ok.
Una canna in sei. Altro che Jamaica. Daniele con gli occhi piccoli. Sessione di noia di gruppo. Musica scordata che esce dai telefoni. Ne facciamo un’altra? Johnny Deep in Blow. Quasi. L’hai rollata storta. Ma l’hai vista quella della quarta B? Che figa. Sta con uno più grande. Per me scopano. Cambia playlist che mi prende male. Migos. Come nelle trap house. Video di uno che cade dallo skate. Youtube. Cazzo che male. Ma le prendiamo le pizze o no? Io margherita che sto collassando. Due sono tonno e cipolla. Ma veramente la vuoi con l’ananas? Sfigato. Ordino io. Ne ho cinque, chi manca? Just Eat. Consegna alle 22.10. Che palle. Poi usciamo. Va bene ma intanto aprila la finestra. Passami la vodka. Edoardo nervoso. Unghia del pollice fa scintille con quella del medio. Meglio la giacca. No, maglioncino tinta unita. Classico. Ma va’, sembro un impiegato delle poste. Camicia blu. Camicia blu, certo. Manca più di un’ora. Speriamo di trovare parcheggio. Ma se parto presto poi devo aspettare. E mi agito. Parto giusto. Non ci sarà traffico. Se piove? Fanculo, andiamo. In questa città non c’è mai parcheggio. La lascio qua. Tanto i vigili di sera non girano. Tragitto per casa di lei. Tre sigarette. Primo stadio: euforia. Finalmente. Sembra una brava ragazza. Che poi, ragazza… ha due figli e tre anni meno di me. Però carina nei modi, gran donna. Elegante. Chissà come fa a tenersi così in forma. Seconda fase: tristezza improvvisa e non arginabile. Roberta cazzo quanto mi manchi. Eri bellissima anche sotto chemio. Non ti tradirò mai. Lo so che mi guardi. Ti voglio sempre bene. Campanello. Sono io, Edo. Sali, secondo piano.
Niente ascensore, per due piani, che sarà mai. Non sono mica un vecchio. Ciao. Che caldo che fa stasera, eh? Vieni in soggiorno, ho preso il vino. Tavola apparecchiata minimale. Ci facciamo un bicchiere prima di mangiare? Anche due. Roberta ti amo sempre, non dimenticartelo. Primo appuntamento da cinquantenni: l’imbarazzo. Cellulare che vibra forte. La forchetta si agita. Come in ospedale? Dio mio. Vengo subito. Daniele è ricoverato. Non hanno detto perché. Non preoccuparti, ti accompagno io. Guido la tua macchina, la mia è lontana. Facciamo presto, stai tranquilla. Lei suda. Ma non ha caldo. Lui concentrato a 90 all’ora verso l’ospedale. Dottore, cosa è successo? Daniele ha bevuto. Daniele è svenuto. Daniele in ambulanza. Sala d’aspetto. Stai calma, ora arrivano i medici. Signora stia tranquilla. Deve solo riposare. Lavanda gastrica e ora Daniele dorme come un pupo. Lo posso vedere? Ancora un po’ di pazienza, signora.
Scusami, davvero non volevo andasse così. Ma figurati, cose che capitano. Con i figli non si può mai stare tranquilli. Ore che passano, cambio turno dei medici. Notte bianca al pronto soccorso. Due caffè delle macchinette. Senza zucchero. Gente nervosa passeggia come in galera. Madre entra urlando, la figlia neonata ha le macchie rosse in faccia. Serve una barella subito: ragazzo caduto in moto, d’urgenza in sala operatoria. Centinaia di tic, estranei riuniti in una stanza. Sospiri. Occhiaie. Sul tavolino una rivista con Mara Venier che ride. Edo, non so come ringraziarti. E scusami ancora. Ci rifacciamo la prossima volta. Promesso. Taxi. Tragitto ospedale-auto fuori dalle strisce blu. Sono 17.50. Ecco 20, tenga il resto. Sul parabrezza inevitabile multa di euro 72. Roberta quanto mi manchi.

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