Racconto di Maria Francesca Cantacessi

(Settima pubblicazione)

 

UNA DONNA COME TANTE ARRIVA FERITA AL PRONTO SOCCORSO DI UN OSPEDALE DI UNA CITTÀ. LA SUA È UNA STORIA DI ORDINARIA VIOLENZA. NON HA UN VOLTO. È UNA DONNA QUALSIASI. SUBISCE VIOLENZA DAL PROPRIO UOMO SENZA PROVARE PER SE STESSA UN BRICIOLO DI PIETÀ! RASSEGNATA A VIVERE UNA VITA D’INFERNO!

ASPETTO…

Mentre penso… aspetto.

Cerco di mettere in ordine i miei pensieri.

Ho un dolore allucinante al braccio e la ferita all’occhio… brucia.

Nulla, rispetto a quello che nascondo dentro, al dolore profondo dentro me, alla ferita aperta, putrefatta e sanguinante nella mia anima!

LUI ha ragione da vendere.  Il lavoro va male. Poverino si spacca la schiena dalla mattina alla sera ed io…

“Io”… SCEMA!  Come lo ripago? Ieri sera la cena era fredda, TIEPIDA, però “io” so che non gli piace la minestra fredda!!! Perché non ci ho pensato prima. Perché? Perché?

Me le sono meritate le botte. Tutte e anche di più.

Adesso sono qui al pronto soccorso… mi hanno dato il codice giallo, non è niente di grave.

Posso aspettare…

Non ci sarei neanche venuta stamattina qui. Il dolore al braccio però non mi ha dato pace stanotte.  Non ho dormito per niente, sento dentro una grande stanchezza. Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più… Mi sento una nullità.

La mia vicina, Rosa, però, ha insistito tanto, quando ha visto la ferita all’occhio.

Lei si è spaventata e mi ha costretta a salire in macchina, per me ha esagerato a portarmi qui di corsa. Forse era meglio che mi lasciava morire. Io non merito nulla e lui ha ragione a ripetermelo tutte le sere quando torna dal lavoro.

Rosa, non lo sa, ma io sono Maledetta!

Si maledetta, sono una donna maledetta… lui me lo ripete sempre quando stiamo insieme! Lui mi dice sempre che sono brava solo a prendere le botte e non sono capace di fare nulla. Sì, lui ha ragione.

È uscito presto stamattina, speriamo che la sua giornata vada bene, altrimenti se qualcosa gli andrà storto, stasera, per me saranno di nuovo guai e botte. Ormai mi sono abituata alle sue botte e poi, tranne qualche volta che picchia più forte e mi manda in ospedale, come oggi, di solito non mi fa nulla, qualche livido, qualche graffio… poi, però mi chiede scusa, poverino, ha ragione! Mai un divertimento, uno svago sempre casa e lavoro, un lavoro duro il suo!

Quello che mi preoccupa di più, però, è mio figlio… quando ci vede litigare, quando vede suo padre che mi picchia, lui soffre… soffre tanto ed io con lui.

Tra poco mi chiamerà il medico, cosa dovrò inventarmi oggi?  Questa non è la prima volta che finisco in questo ospedale, è quello più vicino a casa mia. Speriamo di non incontrare lo stesso dottore di una settimana fa, quando mi sono fratturata la caviglia e ho mentito, dicendogli che ero caduta dalle scale mentre scendevo… da come mi ha guardato non ci ha creduto, gli avrò fatto pena, perché poi senza dire una parola mi ha mandato su, al reparto di ortopedia. Sono pure una bugiarda.

Che ansia parlare con il dottore del pronto soccorso, mi fa mille domande, vuol sapere tutto! Ma che vuole che gli dica! Tanto non mi capirebbe… cosa può saperne lui, sono sicura che mi darebbe torto, perché io lo so già che è tutta colpa mia.

Promesso che la prossima volta starò più attenta, non farò mai più arrabbiare mio marito e qui non ci dovrò più venire.

ENTRO…

Perché il dottore mi guarda con quella faccia impietosita? Perché mi dice: “Signora, se non si decide a sporgere denuncia, lei un giorno arriverà morta al pronto soccorso!”

Perché non si fa i fatti suoi! Mi sta spaventando! Perché non fa solo il suo dovere?

Non potrei mai denunciare mio marito, se lo facessi, allora sì che mi ammazzerebbe!! Senza di lui sarei persa, non saprei dove andare… E mio figlio? Sicuramente, me lo porterebbe via ed io impazzirei per il dolore… Che vuole che sia una piccola ferita all’occhio (mi sta dicendo che per poco non l’ho perso…), un braccio rotto!

“Dottore” rispondo, “ma che sta dicendo?” Meno male che è uno che non ho mai incontrato fino ad oggi, è giovane, sicuramente sarà alle prime armi. I veterani, di solito, mi guardano rassegnati, e non tentano neanche più di convincermi a parlare. Gli rispondo: “Ieri sera, inavvertitamente sono scivolata sul tappeto che si trova nel salone e ho sbattuto allo spigolo del tavolo!”

Speriamo che faccia presto a medicarmi! Fra poco è l’ora di pranzo… guai se lui arriva e non mi trova a casa, guai se non trova tutto in ordine, guai se non trova pronta la minestra, guai se la trova troppo fredda o troppo calda! Mi potrebbe picchiare fino alla morte, dottore! Lo ripeto: la prossima volta non lo farò arrabbiare e lei non mi vedrà mai più qua.

“Grazie dottore, buona giornata”.

ESCO…

Finalmente fuori.

Strano non mi sono accorta, stamattina, che è una bellissima giornata di sole, respiro profondamente.  Rosa mi stringe teneramente a sé, il braccio mi fa troppo male e non posso godermi il suo abbraccio. Mi sfugge un piccolo grido di dolore. Come sono fortunata ad avere una vicina tanto brava, le voglio tanto bene, non so cosa avrei fatto senza il suo aiuto!

Una lacrima mi scorre lungo il viso, la respingo con forza dentro: No! Non posso piangere, è un lusso che non mi posso permettere, devo essere forte per me e per mio figlio.

Mi riecheggiano in mente le parole del dottore “La ferita può avere il decorso di un mese, deve applicare la pomata antibiotica all’occhio!” “Il braccio destro ha una frattura scomposta, potrebbe aver bisogno di un intervento per ricongiungere il gomito… fra un mese il controllo.” Mi chiedo, se riuscirò a sopravvivere un mese… Non lo so…

Rassicuro la mia vicina: “Mi sento meglio, grazie… sì, non ti preoccupare…sì, starò attenta, si mi curerò”.

Le volto le spalle e apro lentamente la porta di casa… non sento rumori, lui ancora non è tornato… oggi è la mia giornata fortunata!

Ecco che arriva a farmi compagnia la mia compagna fedele, LA PAURA, sento di precipitare in un vortice nero senza fondo e l’angoscia preme sul cuore, ho la sensazione che sta per schizzarmi impazzito dal petto.

Ci son ferite, ben più profonde e incurabili che nessuno vedrà e conoscerà mai!