Racconto di Marinella Giuni

(Sesta pubblicazione – 19 agosto 2019)

 

Thomas sente con un brivido sotto pelle l’urgenza della missione che deve portare a termine e mentre la memoria lo sorregge, rimandando nitide immagini di sfide avventurose, cui è riuscito a sopravvivere, fa capolino anche un senso di stanchezza, che non è mai paura!

Da troppo tempo ormai la sua vita è appesa ad un filo; in più di un’occasione il suo più acerrimo nemico Bart lo ha attaccato per toglierlo di mezzo e solo pagando lo scotto di lotte sanguinose Thomas è riuscito a fuggire, riportando lesioni che lo hanno lacerato, nel corpo e nell’anima.

Per un lungo periodo di tempo è rimasto fuori dalle missioni, con l’assenso dell’Ufficiale di Collegamento Sylvester Mc Namara e dell’addetta alle Comunicazioni Esterne, una donna, il tenente Samantha Mc Garfield. In questo lungo momento di isolamento ha potuto riflettere sulla sua vita, al loro servizio.

I pezzi del mosaico si sono incastrati quasi perfettamente; situazioni, frasi, coincidenze. Non è sicuro di potersi fidare di loro. Potrebbero averlo venduto a Bart ed ai suoi uomini. Deve sapere.

E l’ora è giunta. Deve andare. Deve porre sotto osservazione un’abitazione, penetrarvi ed ascoltare, posizionare dei microfoni, delle videocamere. E’una casa bassa con diverse uscite, possibili vie di fuga ma anche di accesso, difficile da controllare. È in fondo ad una strada senza sbocco con un unico alto muro. E questo non va bene. Thomas, per istinto e per addestramento, sa che la sua posizione potrebbe essere scoperta e non avrebbe scampo.

Si libera della minuscola trasmittente che gli è stata data, nonostante sia uno degli ultimissimi prodotti di ingegneria, con una portata ed una potenza dieci volte maggiore di quelle in dotazione ai suoi superiori Mc Namara e Mc Garfield. Thomas non vuole correre rischi. Può ancora contare su di loro?

Conta sulle sue forze, come sempre, e sulle sue lame che lasciano ferite come artigli di tigre. Sono sottilissime e di un materiale molto evoluto, un prodigio di tecnica: le hanno solo lui e quelli come lui, i migliori! Riesce sempre a nasconderle abilmente e sfuggono a qualsiasi detector, gli hanno già salvato la vita in situazioni estreme.

Furtivo, striscia radente il muro; ha già superato – nell’ombra – la seconda villetta. Ma gli uomini pagati per condurlo da Bart possono essere ovunque. C’è una luna piena, luminosissima, che questa sera proprio non ci voleva. Allunga nere ombre sui muri, sui marciapiedi tirati a lucido dalla pioggia recente.

Thomas porta sull’addome, i segni di una vecchia cicatrice; uno squarcio lungo e profondo che Bart gli aveva procurato anni prima, senza tuttavia riuscire ad ucciderlo. Ma, incurante del fastidio che ancora gli provoca, procede nella notte.

Si mimetizza perfettamente con la siepe: è addestrato per questo. Sente rumori di passi provenire dalla sua destra e si acquatta, :invisibile.

Ho visto un riflesso – dice una voce – ma non ne sono certo, ora illumino con la torcia. Tieniti pronto, Sam. È un diavolo; potrebbe uscire come una molla da ogni dove, sfuggirci ancora o farci del male.

“Non sono professionisti” – riflette Thomas – “Hanno usato un nome, un nome che mi ricorda qualcuno ma ora non posso scansionare la mia memoria perché sottraggo tempo ed energia alla mia concentrazione. Ed hanno detto che potrei far loro male ancora, questo conferma che ci siamo già incontrati e che mi temono”.

Saperlo è un insperato vantaggio.

No, qui non c’è.

I passi si allontanano e Thomas inspira a lungo. Procede, quasi strisciando, nella notte. Da una casa, sull’altro lato della strada, improvvisamente le luci nel giardino si accendono e tutta la zona è illuminata a giorno.

Rapido Thomas scivola sotto un furgone, maledicendo la serata umida e la recente pioggia. Si infanga, trattiene il respiro. Ma non molla. Giovani ubriachi, reduci da una festa, si appoggiano barcollanti al furgone ridendo e raccontando barzellette oscene. Uno di loro perde l’equilibrio e cade a terra, bocconi sull’asfalto, gli occhi vinosi fissi sotto il furgone.

E’ un attimo; la lama sbuca veloce e arpiona il volto del giovane che non ha il tempo di realizzare. Sente solo un gran caldo alla fronte, chiede aiuto. Il sangue gocciola lento e chi, meno brillo degli altri, lo vede, non se ne preoccupa.

“Ma quanto sei ubriaco Harold? Guarda dove metti i piedi. Hai sbattuto sullo specchietto, sicuro”.

Le voci si perdono nella notte, il povero Harold non sa che dire. E’ stato tutto molto rapido, sì ora ricorda di aver picchiato la testa sull’enorme specchietto retrovisore del furgone.

Thomas non abbassa la guardia, approfittando del trambusto creatosi tra i ragazzi è uscito dalla parte del marciapiede, perfettamente mimetizzato nella notte, ed è ritornato a guadagnare una posizione di sicurezza di fianco alla siepe.

Nella casa bassa, al suo fianco le serrande sono abbassate.  Non c’è nessuno: la famiglia con i bambini ed il cane è partita, torneranno tra un paio di giorni. Le luci rimarranno spente. Un paio di giorni ma non c’è tempo. Thomas deve sapere e deve sapere stanotte.

Mc Namara e Mc Garrett hanno fatto spesso riferimento ad un’azione di forza da compiersi domani. Ma il suo livello di conoscenza delle operazioni non è così alto; Thomas è sfiduciato, non sa nulla. Ripete a sè stesso che deve installare dei congegni di sorveglianza remota nella villa. E lo farà.

La siepe rimane fuori dal cono di luce proiettato dal lampione e lui prosegue: ora è perfettamente in posizione. La villetta, meta della missione, è a pochi metri da lui, alla sua sinistra e non c’è traccia degli uomini avvistati poco prima.

La luce è debole, filtra dalle finestre chiuse, fuori c’è un buio spettrale. Le ombre degli alberi che fiancheggiano la villetta proiettano luci sinistre. L’improvviso miagolìo lontano di una gatta in calore lo fa rabbrividire, un’autovettura in lontananza rompe il silenzio della notte.

Thomas striscia sul prato ed in breve raggiunge la parte posteriore della casa. C’è un uomo ed il suo cellulare gracchia continuamente.

Negativo. Non c’è. – Negativo, nemmeno qui

L’addestramento cui Thomas è stato sottoposto, fin dalle sue prime missioni fuori confine, è irrinunciabile ora.

Sdraiato, puntellando la terra con la sua lama riesce a fare leva e lanciare una piccola zolla che disegna una traiettoria lineare e si va a posare con un fruscìo nella siepe, alla sinistra dell’uomo di guardia.

E’ un attimo. Il rumore è stato lieve ma non è sfuggito. L’uomo si avvicina guardingo alla siepe e Thomas, veloce, si insinua nella casa. La porta non era chiusa a chiave. “Dilettanti”, pensa.

Raggiunge una posizione di sicurezza, da dietro un ampio mobile ha un’ottima visuale della sala. La vede riflessa in una specchiera. Mc Namara e McGarfield stanno sorseggiando qualcosa seduti sul divano. C’è un uomo con loro, di spalle. Ma la voce è inconfondibile. È Bart!

Un rumore lo distrae. Forse l’uomo di guardia sta rientrando?

Non c’è non c’è.

 Proviamo coi croccantini!

Quel rumore è una calamita. Thomas attraversa veloce la sala. Bart lo chiude nel trasportino, un’azione da Navy Seal.

Miaoooooo! Anche quest’anno la vaccinazione si farà!

 

 * Menzione speciale della Giuria al FIPILI Horror Festival di Livorno 2019, “La paura fa 90 righe