Racconto di  Anna De Stefano

(seconda pubblicazione – 30 novembre 2020)

 

Mesa aveva deciso, sarebbe sparita senza lasciare tracce.
Sarebbe andata via dove nessuno avrebbe potuto trovarla, nemmeno col pensiero.
Bisognava pensare bene, pensare ad organizzare tutto. In tempi cosi “sorvegliati” era molto difficile.
Quindi stabilire dove, quando, come, il perché era già stato ampiamente elaborato.
Non era una fuga, ma una scelta, libera e consapevole.
Dopo tante parole che si affollavano nella testa, finalmente musica.
Ora Mesa ascoltava la deliziosa musica del silenzio e dei ricordi. Finalmente a casa, dopo una mattinata difficile, si ferma a guardare per un attimo attraverso I vetri della finestra in cucina, il suo balcone così pieno di fiori, di vita, di colori caldi e forti.
Le cade lo sguardo oltre i fiori e nel piccolo cortile della casa di fronte vede un bimbo, avrà al massimo tre anni, che gioca a calcio col papà.
Come è orgoglioso di battere il papà, ma più di lui è contento il papà di farsi battere.
Mesa apre solo un po’ la finestra ed ecco che arriva il suono di risate chiassose, giochi di parole e tonfi di pallone che sbatte sul muro.
Allora Mesa spalanca la portafinestra ed esce sul balcone per sentire meglio.
Non le piace più il silenzio.
Allora tifa, suggerisce e applaude a quello spettacolo improvviso, così come tutti gli altri vicini che nel frattempo hanno fatto capolino dai balconi e terrazzi vicini.
Il piccolo vince, come da pronostico, ed è felice.
Chissà se quando non sarà così straordinario stare così vicini eppure lontani, chissà se le pallonate sulla ringhiera o le chiassose risate faranno ancora sorridere o torneranno a far disturbo alla sacra quiete dell’ora di pranzo.
Ma all’improvviso la pioggia fa scappare tutti dentro, al riparo.
Restano solo il pallone, lasciato frettolosamente nel cortile, e Mesa che decide di lasciarsi bagnare dalla pioggia.
Finalmente.