Racconto di Irene D’Angelo
(Quarta pubblicazione – 6 novembre 2019)
La vita è percorsa da molte fasi, molte comuni a tutti e si ripetono più volte. E anche se per ognuno ogni cosa è diversa, poiché caratterizzata dall’essere intimo della persona stessa, spesso stiamo a raccontarci gli stessi stati d’animo. Quanto parliamo della nostra anima, specialmente noi donne!!!
È che ci viene veramente facile, a volte ,con l’interlocutore giusto .
Certe volte però, ascoltando cose ben più gravi delle nostre, non ci si sente sollevati, anzi!
È difficile da spiegare .
A tal proposito vorrei raccontare un episodio nitidamente impresso nei miei ricordi .
Era Pasqua.
Quell’anno cadeva quasi a fine aprile ed era una giornata bellissima, era il 1972 ed io… avevo 10 anni.
Io le mie sorelle avevamo avuto un vestito nuovo per l’occasione e non capitava spesso a quei tempi ,Il mio era giallo e mi faceva sentire meravigliosamente grande.
La notte precedente il mio nonno paterno fu coinvolto in un incidente e trasportato all’ospedale più vicino che era un centro di ortopedia vicino al mare.
Attraversando il giardino antistante all’ingresso potei notare dei bambini degenti che giocavano fra loro e con le loro famiglie .Quasi tutti avevano problemi alle gambe .
Non so perché ma inconsapevolmente cominciai a camminare trascinando i piedi quasi come a zoppicare . Fui prontamente ripresa e rimproverata per questo.
I miei genitori non mi conoscevano affatto e non capirono. La mia sorellina piccola aveva 3 anni, un problema alle ossa e non camminava ancora. Per loro io restavo la figlia “strana”, quella ribelle. Pensarono che volessi prendermi gioco di quelli ammalati.
Invece io mi sentivo in COLPA! In colpa per essere sana ,di avere il mio bel vestito giallo invece del loro pigiama e non volevo suscitare in loro l’idea di essere più sfortunati di me.
E stupidamente ,adesso mi dico, volevo farli sentire uguali imitando la loro condizione .
Il mio vestito nuovo non contava più niente ed io ero più infelice di loro .
Forse ero strana per davvero!
Ritornando quindi a quando ci confrontiamo agli altri ,anche se abbiamo qualche anno di più adesso, più o meno succede lo stesso ,magari non a tutti .
Ma la fase più brutta secondo me ,è quella di quando tutte le cose sono al posto giusto e tu, guardandoti intorno ,ti senti pervasa da una malinconia che non capisci .Non ti godi niente, vorresti solo dormire per far passare il tempo in fretta e non desideri niente ,tutto ti è indifferente .
Ma perché?
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