Racconto di Felicia Buonomo

(Seconda pubblicazione)

 

«[…]

Una persona come te si incontra una sola volta nella vita.

Se si ha fortuna.

Voglio tenerti proprio”.

Per comprendere il modo in cui il manipolatore affettivo agisce sulla mente di una vittima, abbiamo deciso di prendere in esame questo messaggio, inviato da un paziente affetto da narcisismo patologico: 52 anni, padre di famiglia, matrimonio fallito alle spalle, traditore seriale, convinto di soffrire della sindrome abbandonica, perché restio ad accettare che sia esso stesso a dispensare ripetutamente l’abbandono dell’altro, una volta concluso l’iter di approvvigionamento.

La destinataria è una giovane donna, che per convenzione chiameremo Carlotta, clinicamente sana, in cui non risultano patologie e/o disturbi del comportamento, ma affetta da alcune problematiche di natura esclusivamente reattiva, quali ansia, panico e lievi stati depressivi provocati dalla repressione della rabbia.

Una persona come te: con termine comparativo, che esclude il “tu sei”.

Si incontra: che sposta il baricentro dell’attenzione dal destinatario al mittente; sono io che incontro te.

Una sola volta nella vita: che attribuisce al destinatario una responsabilità sproporzionata rispetto a quanto l’amore meriterebbe di reggere.

Se si ha fortuna: è dunque il caso a determinare, non la persona oggetto del desiderio amoroso, che viene così sminuito nella sua importanza.

Voglio tenerti proprio: è dunque il manipolatore a tenere le redini del gioco, rendendo impari il rapporto con il destinatario del proprio amore.

Nella mente della vittima, che vede nel proprio manipolatore (non riconosciuto) il tanto atteso amore, questo dire produce – dal punto di vista chimico – ossitocina, avvicinando la stessa alla sensazione tipica dell’orgasmo. Inizia così la dinamica dopante e scavante della manipolazione affettiva.

[…]»

Federico è al pc. L’orgoglio gli preme contro le pareti dello stomaco, lo sente scendere giù, al suo sesso, che comincia la sua corsa verso l’erezione. Legge la sua analisi e la sua mano scivola. Più legge, più la sua mano su muove su e giù. Carlotta entra nello studio, si avvicina a Federico e, noncurante di quanto scritto al pc, finisce il lavoro iniziato da Federico.

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