Racconto di Giorgio Rinaldi

(Ottava pubblicazione – 19 aprile 2021)

 

 

«Che vi avevo detto? Io ci sono nato in quella casa» fece Ed indicando la vecchia casa dei Sawyer in fondo al viale «e quel noce non era mai cresciuto tanto. Poi è arrivata Miss Ward e tutto è cambiato. Lei tesseva la sua ragnatela dentro la casa e contemporaneamente quel noce ha iniziato a tesserla fuori, ad alzarsi, ad insinuare i suoi rami in ogni direzione, come per avvolgere la casa in un abbraccio mortale».

«Ma lo senti che dice?» disse scoppiando a ridere John «Adesso vedrai, che inizia con i fantasmi, le streghe e via dicendo!» continuò rivolto a George che se ne stava a fissare la sua birra con i gomiti appoggiati al bancone.

«Sì, sì, continuate pure a scherzare, ma io l’avevo detto che c’era qualcosa di strano! Mi dovreste offrire una birra per tutte le volte che mi avete preso per matto!» fece Ed battendo la mano sul bancone.

«John, cominciamo da questa! Una birra per Ed, il veggente del Wiltshire!» sogghignò George.

«Voi ridete,» rispose Ed «ma passateci davanti e vi accorgerete di quanto le spire nere di quell’albero ormai sovrastino e avvolgano completamente quel che rimane della nostra vecchia casa. È iniziato tutto dopo la morte di mia madre e vi giuro che fino a quel momento le sue punte non avevano mai neanche sfiorato il secondo piano. Poi mio padre assunse Miss Ward come governante e tutto prese un’altra piega. Anche lui si meravigliò che Miss Ward avesse accettato l’incarico, considerando il misero stipendio disponibile, perché in fondo si presentava molto bene e con buone referenze. Nel complesso era anche una donna piacevole, alta, magra il giusto, con i capelli biondi sempre tirati e raccolti in una crocchia dietro la nuca. Teneva sempre lo sguardo in basso, ma quelle rare volte che riuscivi ad incrociare i suoi occhi di anguilla ti accorgevi del male che le ardeva dentro.»

«Scusa Ed, ma il vecchio Elliot non si è mai accorto di niente?» gli chiese George.

«Non lo so George, non credo, ma ho il sospetto che la causa del malore che lo uccise fu proprio la scoperta di qualcosa di terribile, troppo forte per le sue coronarie. Ma d’altra parte mio padre era già morto da tempo, che riposi in pace!» Esclamò Ed alzando il boccale in alto.

«Al vecchio Elliot! Che riposi in pace!» risposero in coro gli altri due, sbattendo rumorosamente i boccali.

«Povero vecchio! In poche settimane Miss Ward lo aveva estromesso da ogni attività, da ogni decisione che riguardasse la casa, gli affari e addirittura me. Per fortuna io ero abbastanza cresciuto da riuscire a tenermi a distanza da quella strega. Approfittò anche della nostra situazione economica e propose a mio padre di dare in affitto una stanza della casa per garantirci, diceva, un’entrata aggiuntiva. Il povero Elliot, ormai privo di orgoglio, non fece obiezioni, acconsentì, nonostante le mie proteste. Addirittura lo convinse ad occupare una stanza più piccola per poter affittare la camera padronale, quella dove aveva dormito mia madre fino a poco tempo prima, quella dove io stesso ero stato concepito. Capite la malvagità di quella donna?»

«Scusa Ed,» lo interruppe John «posso capire a Tisbury, ma a chi poteva venire in mente di prendere in affitto una stanza in un posto così fuori mano, a mezz’ora di auto dal villaggio più vicino?»

Ed bevve due sorsi abbondanti di birra, si pulì i baffi con la manica della giacca e rispose «Glie lo avrò detto anch’io una decina di volte al povero Elliot, ma lui diceva, ammaestrato da quella strega, che non immaginavo nemmeno quante persone volessero vivere fuori mano. Io comunque, prima di andarmene da quella casa, avrò visto al massimo una decina di clienti».

«La settimana scorsa» fece George «sono andato da Henry Snook a prendere un po’ del suo miele e lui, lo sapete, ha la casa lungo la strada per Tisbury; be’ lui giura che in quel periodo almeno una ventina di persone si sono fermate a chiedergli indicazioni per casa Sawyer».

«Dieci o venti, non so proprio se definirli poveri cristi o poveri stupidi» disse Ed «perché non c’era solo la questione della distanza, caro George; io non riesco a spiegarmi neanche come delle persone con un minimo di sale in zucca abbiano potuto sottostare alle sadiche regole imposte da Miss Ward riguardo l’uso della camera. Una delle tante, di cui ho afferrato il senso perverso troppo tardi, era che i clienti dovessero obbligatoriamente arrivare e partire con il buio».

«Con il buio? Che razza di regola era?» chiese stupito John.

«Sì con il buio, John, con il buio,» rispose Ed «ora inizi a capire la mente malata di quella megera? Per una coppia clandestina poteva anche andare bene, ma immaginatevi lo strazio di un rappresentante di commercio, costretto a partire prima di giorno anche se era tornato da poche ore. La scusa era che i clienti non dovessero in alcun modo interferire con la riservatezza dei proprietari, ma ora sappiamo tutti il vero motivo. Fu proprio da allora che quel maledetto albero ha iniziato a crescere a dismisura e ad allungare sempre di più i suoi rami neri sulla casa. Nessuno mi credeva quando dicevo che c’era qualcosa di sinistro nel modo in cui cresceva, e adesso cosa mi dite, eh? John, un’altra birra per favore! Questa la paghi tu!» Fece Ed puntando l’indice sul suo amico.

«Ed, ora non esagerare! Io sto qui per venderle, le birre, mica per pagarle!» rispose John.

«Eh no, caro John! Devi pagare anche tu» disse Ed. «Ti ricordi quando ti raccontai di Much, il mio beagle, e di come l’avessi trovato penzolante dal ramo sopra la mia finestra? Tu la facesti semplice, mi dicesti che ormai il mio vecchio cane era spacciato, il mio Much, e non riuscendo più a stare dietro alle volpi se la faceva coi gatti, sopra gli alberi! E da dietro quel bancone sentenziasti che nessun cane è fatto per stare sopra gli alberi e che il mio Much se l’era andata a cercare, tutto qui! Invece il mio Much, caro John, è morto per mani di quella strega!»

Allora John riempì i boccali dei due amici, poi riempì il suo e l’alzò in aria «Al vecchio Much, che riposi in pace!»

«Che riposi in pace! Al vecchio Much!» risposero in coro Ed e George.

«E i soldi degli affitti Ed? I soldi degli affitti che fine facevano?» chiese George.

«Mio padre non ha mai visto un centesimo. Servivano alla manutenzione, diceva lei. C’era sempre da fare qualche lavoro in giardino, o sostituire un tubo rotto, o aggiustare una porta, ma non ricordo di aver mai visto un solo operaio in casa. Con Miss Ward spariva tutto, i soldi, i clienti, poi, un bel giorno, grazie a Dio, è sparita anche lei. Pare che se ne sia andata a Salisbury perché era stufa della campagna. Per un paio di anni non se ne è più saputo niente, fino alla settimana scorsa, quando, alle cinque del mattino, lo Sceriffo della Contea mi ha buttato giù dal letto. Mi ha detto che stava andando giù alla vecchia casa per un’indagine delicata, qualcosa che riguardava la malefica governante. Andate pure, gli ho detto, fate quello che dovete fare, io voglio starne lontano il più possibile. La mia fortuna è stata andarmene via per tempo da quella casa, altrimenti sarei stato anch’io tra quei poveri cristi sepolti sotto l’albero maledetto. Un’altra birra John! Stavolta pago io».

 

 

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