Racconto di Roberto Boscaini
(Prima pubblicazione – 24 novembre 2020)
{In una piazzetta, circondata da qualche albero a farle da contorno, su una panchina, in un pomeriggio d’estate inoltrata…}
– Beh, ti ha risposto dunque?
– Eh, un attimo quanta fretta…
– Ah… pure! È due ore che stiamo sedute su questa panchina e non mi hai detto ancora niente…
– Non trovi sia bello godersi per qualche istante un po’ la natura, il silenzio del tempo che scorre…
– Oddio, quando fai così non ti sopporto! Sembri tuo padre guarda…
– Ma dai… Però in effetti sì… Beh, per forza di cose dopotutto! Sai, lui questi li chiama quei momenti “un po’ così”…
– Sì… Okay… Certo… Meno male che sei mia amica guarda, certe volte sei più criptica di un rebus!
-Hmm…
– Che hai da sorridere, sotto i baffi che non hai tra l’altro!?
– Niente, sono felice di averti come mia amica… Sai, penso che le persone non siano destinate a rimanere da sole, in un modo o nell’altro, troveranno un qualcuno a cui affezionarsi che, comunque vada il prosieguo della loro vita, avranno sempre accanto fino alla fine, come una stella nel cielo… Io sono contenta di avere te…
– Okay, ora mi stai facendo preoccupare, stai bene? È successo qualcosa? Devo rompere il naso a qualcuno? Magari a lui? Lo faccio con piacere guarda… Perché se qualcuno si azzarda a far star male la mia sorellina non la…
– Tranquilla Jules! Non è successo niente, è che oggi vado a trovare mia zia e…
– Tua Zia? Ma non era partita la scorsa settimana?
– Si certo, ma io mi riferivo “all’altra”…
– Ah, ora ho capito, ma non puoi chiamarla normalmente…
– Beh, alla fine per papà è come fosse un’altra sorella e per lei, lui, è come fosse il suo fratellone, alla fine, non è mai il sangue a stabilire un vero legame, come d’altronde io e te siamo sorelle a tutti gli effetti, non trovi?
– Quanto diabete! Comunque, adesso mi sembra davvero di sentire effettivamente tuo padre! Hai un futuro da scrittrice, lo sai sì…
– Quindi ogni volta che la vado a trovare, mi fa piacere ricordare il loro rapporto e che esso si rispecchia anche nel nostro… Noi poi tanto ci vediamo domani e parliamo per bene del mondo animale…
– Adoro quando fai questi neologismi sottili sugli uomini, oh, la mia amica è rinsavita!
– Ahahah… A domani Jules…
– Eh? Ehi, aspetta un attimo… VALE!
– Che c’è?
– Il tuo portachiavi sbadatella! Ti è caduto…
– Oh cielo! Grazie, non me lo perdonerei se lo perdessi!
– Ma toglimi una curiosità, ma cosa sono quelle iniziali scritte sopra, MCPC?
– Risalgono a fin quando ero piccola, era per ricordarmi di mia zia Vale, sono lettere importanti come il mio nome…
– Ma alla fine avete un nome comune, c’è qualcosa di storico dietro?
– Nah, molto più semplice, però in effetti, beh, più o meno a pensarci bene… Sì, è un dono… Mio padre mi ha chiamato così, perché ha sempre sostenuto che l’amicizia con lei fosse come un dono della vita ed in suo onore e per il significato in sé, ha voluto che io fossi lo stesso, un dono della vita e secondo lui non c’era nome più appropriato di quello di mia zia a significare ciò…
– Vi prego non parlate più in mia presenza in questi termini! Lo sai che non sono avvezza a cose del genere… Comunque, le lettere del portachiavi alla fine?
– Ah già, beh, alla fine è dove tutto è iniziato e ha ancora luogo… Metro C, Parco di Centocelle…
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