Racconto di Rossana Lucia Boi

(prima pubblicazione – 7 ottobre 2020)

 

 

Non era la prima volta che cadeva mentre sistemava il giardino condominiale. Ofelia, una donna dalla corporatura imponente ma dolce d’animo, sola, e di una certa età, la più anziana del quartiere ma anche la più arzilla e la più disponibile sempre con tutti. Era appassionata di fiori, piante e ortaggi, tanto che lei stessa ne aveva piantato tutt’intorno al palazzo. Questa volta però si era fatta veramente male. Era un pomeriggio di inizio autunno, e come il suo solito fare, era scesa a raccogliere le foglie secche, non sopportava vedere il giardino in disordine. Mise male un piede scendendo il gradino dove era situato il piccolo orto e perse subito l’equilibrio. Lei ovviamente cercò di sdrammatizzare, ma fu una sua inquilina ad accorgersi che quella caduta era stata più seria di quanto dava a vedere, così fece chiamare la nipote della donna.
La nipote non era tanto entusiasta della notizia, anzi, fu persino scocciata di questo imprevisto, la fece così ricoverare per accertamenti, e scoprì in malo modo che la zia aveva un tumore già avanzato allo stomaco. Le fecero un intervento di mantenimento, le avevano prognosticato pochi mesi di vita, ma a lei nascosero la verità. Dopo qualche giorno di ulteriori analisi ed esami di routine, fu dimessa, ma per la nipote non era una bella idea riportarla a casa sapendo che non aveva nessuno che se ne potesse occupare, ne tanto meno lei ne aveva le intenzioni. Così a insaputa di Ofelia si mise d’accordo con gli altri nipoti e la fecero trasferire in una casa per anziani, dicendole che una volta guarita, sarebbe potuta ritornare a casa sua. Certo non immaginava che i nipoti l’avevano ingannata e che non vedevano l’ora di mettere le mani sulla sua eredità. Nel frattempo si fecero fare la delega della pensione per poter usufruire dei suoi soldi e pagare la reta del soggiorno in ospizio. Una volta lasciata in quel posto, non andarono più a trovarla come le avevano promesso, eccetto quando dovevano riscuotere i loro interessi.
C’era una coppia di giovani, affezionati ad Ofelia, saputo dell’accaduto andarono a trovarla. Si emozionò tantissimo nel vederli, e così si mise a raccontare loro tutto, ovviamente ignorando il suo vero stato di salute, ma che tutti del suo quartiere erano venuti a conoscenza.

Così Luca e Monica andarono a trovarla tutti i sabati pomeriggio, per farle compagnia e farla sorridere. La coppia si accorse subito che quel posto non era adatto per Ofelia, lei era una donna lucida e sempre positiva, all’ospizio iniziava a spegnersi, circondata da anziani con patologie gravi di demenza senile, che sembravano zombi sedati. Era impressionante. Ofelia piangeva nel raccontare le sue giornate interminabili trascorse li dentro, di come si sentiva umiliata dalle infermiere e trattata come una bambola di pezza rotta, Luca e Monica si intristivano, ma allo stesso tempo cercavano di farla sorridere il più possibile. Un giorno andarono a portarle la cioccolata calda e la mangiarono insieme. Un altro giorno le presero il gelato. Era di una tenerezza infinita, ogni volta le si bagnavano gli occhi di emozione, da una parte di gioia per i suoi amici che andavano a trovarla, ma allo stesso tempo di tristezza, perché i suoi nipoti l’avevano abbandonata. Appena iniziate le belle giornate, Luca e Monica la fecero passeggiare nel giardino dell’ospizio, immenso e spettacolare, l’unica cosa bella di quel posto orribile. Un pomeriggio si accorsero che Ofelia stava incominciando a perdere la memoria, così a Monica venne l’idea di andare a trovarla con il suo pc portatile e farle vedere più fotografie possibili, affinché le immagini impresse impedissero di annullare quella parte di lei così preziosa: i ricordi. Era bello vederla meravigliata, con quello sguardo simile a quello dei bambini quando vedono il sole per la prima volta… ed era impossibile non volerle bene. La coppia non riusciva a capire il perché i nipoti la trattassero così male, sapendo che Ofelia era una donna che dalla vita si era guadagnata tutto da sola e con il frutto del suo lavoro, era gentile con tutti e disponibile quando avevano bisogno del suo aiuto. Nel suo quartiere non c’era nessuno che non l’amasse. Eppure non avevano mai visto una donna cosi sola come lei.

L’ultima volta che Luca e Monica videro Ofelia fu quando le dissero che sarebbero tornati il sabato successivo per mangiare insieme. Quando la donna vide la pizza durante la pubblicità in televisione, espresse il desiderio di volerne mangiare una. Era stufa di quelle minestrine insipide, di quella carne dal colore indefinibile e immasticabile, da sembrare “suola di scarpe”. Ironicamente diceva ogni volta. Monica colse subito l’occasione, promettendole che l’avrebbero presa per quel giorno, e ancora una volta, alla donna le si illuminò il volto di gioia con un’espressione quasi incredula. Che tristezza e dolore sapere che invece quel maledetto sabato mattina Ofelia si spense per sempre. Luca e Monica quel fine settimana non ebbero nemmeno fame, ma per mantenere quella promessa, si comprarono la pizza pensando alla loro amica. Quel rito di andare a trovarla tutti i sabati, serviva ad accompagnarla serenamente a quel giorno fatidico ma mai si sarebbero aspettati che sarebbe avvenuto così presto, e senza essere la con lei per darle l’ultimo saluto.

I luoghi di ricovero non hanno nulla di confortante, ma se non altro, danno l’opportunità di stare vicini alle persone care per non farle sentire sole. E tal volta, accompagnarli sino alla fine dei loro giorni. Purtroppo, capita anche che diventa un luogo dove ci si sbarazza facilmente di chi non ci si vuole prendere cura. Ed è quello che è accaduto tristemente ad Ofelia, con l’inganno.

Lo spirito di Ofelia rimase vagante nel quartiere dove abitava, e vedere quei fiori smarriti, come figli abbandonati, emanava tristezza. Quel giardino non fu più lo stesso, e l’orto ne piangeva le sue mani assenti. Certo, tutto rimase la, come lei aveva lasciato, ma nessuno se ne prese più cura, non almeno come Ofelia.

Luca e Monica si trasferirono l’anno successivo e in quella casa non tornarono mai più.

Ma il ricordo di Ofelia è l’unica cosa bella che si portano sempre dentro al cuore.