Racconto di Vera Casoni 

(Seconda pubblicazione – 26 aprile 2021)

 

 

 

Oggi sento prepotente il bisogno di te, Valeria.

Ti racconto solo questo.

Così capisci per bene.

È successo ieri.

Ancora una volta sono lì a rivendicare il mio diritto al posto disabili.

Dove si è appena posteggiata una tizia con una petulante smart rosa fucsia.

Lei non ha il contrassegno.

Tu mi conosci.

In queste situazioni mi parte l ‘ embolo.

“Poter sbriciolare tutte quelle tue ossicine, piccola caccola che non sei altro”, penso.

Mi affaccio al finestrino.

Protesto che quello è il mio posto.

E la stupida burbanzosa sguarzigliona sai che fa?

Mi manda a spigolare.

Poi si allontana.

Viaggiando sicura e ridicola su un tacco 12.

La disabile!!

Credi che non l ‘abbia fatto?

E invece sì, Valeria.

Pensava di avermi fregato l ‘ innocentina…

Io, però, temo proprio di averle rubato quel suo insulso sorriso strafottente.

Quando le ho rigato l ‘ auto!

Gliel’ ho messa in buca, sì!

E ora?

Chi è quella che ha fottuto l ‘ altra, secondo te?

E sai che c’ è?

Mi sento bene.

Come il gatto che ha appena preso il canarino!