Racconto di Angela Magliocca

(Seconda pubblicazione – 24 febbraio 2019)

…E poi io che non amo la violenza che scappo difronte ad un eventuale scontro fisico io che dico ai miei figli di non guardare film da bollino rosso io che resto traumatizzata dalle tante violenze psicologiche volute e non. Ieri mio malgrado i miei occhi hanno dovuto guardare là dove non avrebbero dovuto… il mio corpo si è trovato a pochi passi da un altro corpo che non avrei voluto incontrare che non avrei voluto vedere….un corpo ormai senza anima un corpo ormai senza vita un corpo a cui é stata volutamente tolta la vita con un gesto così atroce con un gesto calcolato con dei freddi colpi di pistola come in un film come in uno di quei film che non voglio che i miei figli vedano. Ma questa volta non ho potuto evitare che loro vedessero un corpo in un lago di sangue perché era realtà era davanti ai nostri occhi là dove qualcuno ha deciso di agire senza coscienza senza umanità senza pensare ai tanti bambini e ragazzi che in quel preciso istante sarebbero usciti da scuola e che per poter tornare felici a casa sarebbero dovuti passare proprio per quella via proprio su quel marciapiede là dove quel corpo giaceva. Come spiegare un immagine così vera così cruda così umanamente inaccettabile a dei ragazzini a dei bambini a mio figlio di 8 anni che ha cominciato a tempestarmi
di domande…mamma cosa è successo…mamma perché c’era quel corpo per terra ….mamma perché c’è tanta gente…mamma perché c’è la polizia…mamma quell’uomo hanno detto che è stato sparato….mamma ma chi ha sparato….mamma perché ha sparato…mamma ma è morto….mamma poverino…mamma ma chi ha sparato era cattivo?
Figlio mio dammi il tempo di elaborare dammi il tempo di poter pensare dammi il tempo di trovare delle parole giuste delle spiegazioni che ti aiutino a dimenticare quell’immagine che ti aiutino a non farla diventare una paura che ti aiuti a capire che esiste il bene ma che esiste anche il male che esiste l’essere umano ma che esiste anche l’animale che esiste la giustizia ma anche l’ingiustizia….l’ingiustizia di un gesto così violento sotto lo sguardo di tante anime innocenti….devo trovare delle parole che ti facciano continuare a fare sogni belli…
devo trovare delle parole anche per me stessa che non avrei voluto guardare ma che da quella strada ci dovevo passare per tornare a casa con te.
I retroscena di un film agli spettatori non vengono fatti vedere come la cattiveria e l’illegalità dietro un simile gesto ad un bambino non si possono spiegare perché neanche io con la mia immaginazione ci posso arrivare.
Prima che tutto ciò accadesse la mia mente era angosciata da un evento drammatico accaduto qualche ora prima ad una persona a me cara a cui la vita in una maniera molto più “normale” gli ha strappato il marito lasciandola da sola con il suo unico figlio dopo una serie infinita di lutti e pensavo che avrei dovuto incontrarla e che non avrei voluto vedere il suo dolore…mentre le ore passavano finalmente il corpo è stato portato via ed io tra sirene e macchine lampeggianti son dovuta passare per potermi recare a quel funerale dove non sarei voluta andare.
Arrivata in chiesa… la trovo gremita di uomini di compagni di lavoro del defunto contadini onesti che erano li per dargli l’ultimo saluto e con la pena nel cuore mi sono avvicinata alla persona che avrei voluto tanto confortare ma in quella situazioni non vi sono parole che ti possono aiutare quando senti che la vita troppi pesi ti ha voluto dare da sopportare.
Poi ho preso posto tra i banchi e improvvisamente quell’immagine che qualche ora prima mi ero trovata davanti agli occhi era anche lì….scorreva sullo schermo di un cellulare che non era stato spento nell’attesa che la funzione cominciasse era una ricerca continua curiosa morbosa dell’accaduto che realmente quegli occhi dal vivo l’avevano veduto……c’era la curiosità di commentare un evento così straordinario.
Da non ricordare il luogo in cui si era e ne tanto meno del perché si era li in quell’istante …..dopotutto c’era anche lì davanti ai nostri occhi un corpo chiuso in una bara di un uomo di soli 54 anni che ha lasciato sola la sua famiglia a causa di un male…..ma il male generato dalla cattiveria umana fa più notizia crea più interesse anche durante un funerale.
Così non si fa altro che parlare dell’accaduto per strada nei bar negli studi dei dottori sui cellulari dei tanti ragazzini che avevano assistito e tutto comincia ad avere un senso una spiegazione… i giornali ne parlano, tutti ne parlano come se un fatto di “vita malata” riguardasse l’intera città. Che assurda la curiosità.
Poi mi arriva una telefonata di una persona cara che mi dice di avermi chiamata per sapere come stavo visto che era tanto che non ci sentiamo……ma hai saputo cosa è successo vicino casa tua…ma tu hai visto qualcosa… ma non sei andata a prendere il bambino da scuola…?
Ma la prima domanda scusa qual era, come stai forse?
Adesso a distanza di ore ho risposto alle tante domande di mio figlio usando prima il mio intuito cercando di immaginare cosa potesse esserci dietro un gesto così violento poi mi sono documentate dalle notizie che arrivavano sui giornali e la sua curiosità piano piano si è spenta come quando spegni la tv dopo aver visto un film e vai a letto sperando che non possa avere un seguito nei nostri sogni.
I miei figli non hanno avuto incubi credo abbiano compreso che quell’evento è nato in un ambiente lontano da loro… che purtroppo esiste davvero il male e non è virtuale.
Io nel ruolo di mamma devo cercare sempre di proteggere i miei figli tenendoli alla larga dai mali della vita ma soprattutto non posso fargli credere che esiste l’orco cattivo solo nelle fiabe.
Ma sapete qual è invece per me la paura più grande?
A me fa paura la superficialità la freddezza l’insensibilità, l’indelicatezza dell’animo umano….la lontananza dei cuori……ci fa incontrare e comunicare più un evento negativo che non ci riguarda di un qualcosa che invece abbiamo dentro casa.
Come avrebbe voluto sentire il calore vicino a se la mia parente…quante cose avrei potuto tirar fuori io da quel come stai…
Figli miei il male peggiore non so spiegarvi qual’è, io ho tanto paura del male dell’anima, dell’indifferenza, dell’ignoranza, della distanza che con i nostri occhi non riusciamo a vedere ma con il nostro cuore riusciamo a sentire.