Racconto di Angela Magliocca

(Prima pubblicazione – 14 gennaio 2019)

 

In un caldo pomeriggio estivo di un sabato qualunque passato sotto l’ombrellone a guardare il mare cercando attimi di pace e di serenità una mia amica leggendo uno di quei piccoli libri illustrati che ti propongono mille test sul senso della vita, ne ha trovato uno per lei interessante
“Qual è stato il momento più felice della tua vita ”
Non ricordo bene quale sia stata la sua risposta credo la nascita dei suoi figli. Certo per una mamma quale momento più bello più emozionante se non quello.
Poi come una bimbina incuriosita ha cominciato a girare la stessa domanda al gruppo di amici che come ogni sabato ci ritrovavamo in riva al mare a condividere attimi di gioia di discussione di confronto di noia, tanti attimi diversi per ognuno di noi se pur racchiusi nello stesso attimo.
Qualcuno ha trovato stupida la domanda qualcun’altro troppo privata da poterla raccontare. Poi il suo sguardo ha cercato il mio è come in un gioco tra adolescenti mi ha chiesto: “qual è stato il giorno più felice e della tua vita?”
Non ho dovuto pensarci non ho dovuto fare una scelta tra i miei ricordi l’attimo in cui si è verificato non mi ha più abbandonato è rimasto con me e nessun attimo felice dopo quello è stato più felice.
Sabato 21 marzo 1992 una mattina di buca a scuola un giorno non organizzato un professore che chiude la porta ad un ritardo un occasione presa al volo e via tutti al castello…..eravamo in tanti ad aver ritardato quella mattina.
La corsa verso la panchina libera difficile da trovare di sabato mattina. Due vecchi amici che si raccontano attimi di vita. Un uomo alquanto ambiguo che occupa sempre da solo un’intera panchina perché la sua ambiguità tiene lontani tutti e così cerca i suoi attimi di piacere volgendo lo sguardo verso le altre panchine sempre affollate sempre colme dalla gioia di aver marinato la scuola dalla spensieratezza dei ragazzi che si godono attimi di “conquista” per aver saltato l’interrogazione.
Quella mattina mi è sembrata così strana così diversa una mattina che nei miei sogni appariva spesso ma che puntualmente svaniva nelle prime ore di ogni nuovo giorno. Non certo per l’interrogazione saltata non certo per il gusto di fare “filone” ma per come si è presentata improvvisa nella mia vita.
Arrivati al castello abbiamo conquistato le nostre panchine ognuna per le sue priorità.
La panchina per il fumo la panchina per le amiche del cuore la panchina degli amici del pallone e poi su di un’altra sono rimasti soli senza volerlo due compagni di banco compagni di comitiva buoni amici davvero che hanno cominciato a chiedersi il perché fossero rimasti soli su quella panchina ma che realmente non dispiaceva a nessuno dei due. Ogni tanto sentivano su di loro lo sguardo degli altri compagni come se volessero spiarli ma spiare cosa? Dopo tutto passavano tante ore insieme seduti nello stesso banco. Ma su quella panchina era un’altra storia.
È cominciata una nuova storia.
È cominciata la storia più bella per una ragazza che agli occhi degli amici era tanto matura tanto sicura tanto amica ma che dentro nascondeva tanta insicurezza tanta tristezza tanta sete di attenzione.
La tipica amica cicciottella simpaticona la migliore amica di tutti per tutti ma mai niente di più e quel di più lei lo desiderava, era quel sogno frequente mai realizzato.
Ma quel sabato mattina su quella panchina il sogno sembrava diventare realtà. Quel migliore amico che a lei non bastava come tale quel compagno di banco sempre tanto vicino ma così tanto distante quel ragazzo tanto bello tanto conteso su quella panchina quella mattina era solo con lei.
Lui seduto lei sdraiata con la testa poggiata sulle sue gambe con il viso rivolto verso il sole verso quel primo sole di quella nuova primavera che le scaldava la pelle che aumentava quel calore di emozioni nel suo cuore.
Tanti sguardi tante intese poi all’improvviso una ciglia caduta sul suo viso e subito il gioco del desiderio con la ciglia tra le dita lo conoscete tutti no!
Beh loro si che lo conoscevano e subito hanno giocato.
Quel sogno tanto nascosto affidato ad un gioco infantile sperando che si potesse così avverare. Quella ciglia però non è rimasta sul suo dito e quel desiderio sembrava svanire quel desiderio che per lei era troppo importante troppo atteso sembrava ancora una volta non potersi realizzare.
Intanto quel sole continuava a riscaldarle il viso ma il calore che sentiva in petto non era dato da quei primi raggi ma da un’emozione che cresceva da un sogno tante volte sognato a cui ora sentiva di non voler rinunciare di non voler lasciare al destino di una semplice ciglia. Quanto ci ha pensato e ripensato il cuore batteva come non mai quanti dubbi quanta paura quanta insicurezza. Mentre gli sguardi si cercavano si fissavano e i corpi si attraevano in un attimo in un fantastico meraviglioso inaspettato attimo lei si è abbandonata ai dubbi alle paure alle incertezze e avvicinandosi furtivamente alle sue labbra lo ha baciato……….che meraviglioso avvolgente silenzio
che emozione………
sentiva solo il battito del suo cuore stretto stretto così stretto da non riuscire a contenere il pieno di piacere di gioia di felicità ……quella panchina per un attimo sembrava una nuvola leggera leggera nell’infinito caldo universo. Temeva un rifiuto… ed invece le loro labbra si sono unite si sono incontrate in un attimo in un lungo attimo inatteso desiderato indescrivibile. Il suo primo vero bacio dato in un sabato speciale ad un amico da tanto troppo tempo sognato.
L’attimo dopo si sono guardati e si sono chiesti “e ora cosa facciamo” ma le parole sono rimaste soffocate dall’unione di quelle labbra che insieme si piacevano si cercavano si toccavano di nuovo con le emozioni di un nuovo amore di un grande amore cominciato proprio su quella panchina il primo giorno di primavera di 26 anni fa.
Il momento più felice della mia vita?
Questo amica mia.
Il momento in cui mi sono sentita amata accettata coccolata riscaldata per la prima volta nella vita. Quell’ attimo a cui mi sono aggrappata con tutte le mie forze con tutte le mie speranze augurandomi che potesse continuare. Oggi quei due ragazzi sono ancora qua con la vita che gli ha messi alla prova tante volte ma sono qua ancora insieme.
Da quell’attimo sono nati altri due momenti indimenticabili… la nascita dei nostri figli ma per me quell’ attimo rimane unico rimane il solo senza di esso tutti gli altri non avrebbero potuto aver vita.
A quel ragazzo a quell’ amico di banco ora dico infinitamente amorevolissimamenteeeee
grazie per aver vissuto con me quell’ istante per non aver rifiutato quel bacio nato da un semplice gioco di ciglia nato dal desiderio di un sogno che si è avverato nato dall’amore che ci ha uniti.
Grazie per avermi regalato il mio attimo di felicità per la vita.