Racconto di Valentina Carinato

(Terza pubblicazione – 8 aprile 2019)

 

Sul lavello della cucina lei passava accuratamente piatti e stoviglie.  La televisione accesa sulla Rai mandava in onda il telegiornale. Lei ne percepiva un piacevole sottofondo ed il bagliore delle luci. Lei lavava i piatti, sistemava la cucina, dava da mangiare al gatto ma con la mente faceva altro.

Il telefono era muto, nessun messaggio né telefonata, solo in testa le suonava qualcosa di martellante! Una paura silenziosa e strisciante, come un serpente che lentamente si attorciglia al collo per poi strozzarlo! La paura di perdere lui.

“Oh mio Dio!” esclamò lei in preda al panico. Riprese fiato lentamente, alzò gli occhi e guardò la sua immagine allo specchio.

“Dio mio!” esclamò nuovamente.  Era pallida,  arruffata,  spettinata e si sentiva debole.

Il mutismo del telefono persisteva e poteva significare mille cose brutte, belle o insignificanti.

Sull’onda di questa considerazione lei si fece una doccia con il bagnoschiuma alla vaniglia, il preferito di lui e andò a letto.

L’indomani mattina aprendo la finestra trovò una lettera sul davanzale.

“Mia bella addormentata quando sarai sveglia sarai fresca come i petali di questa rosa.

Mia bella ben svegliata vienimi a svegliare e scioglierò tutti i tuoi perché.

Sono stato lontano ma ora sono qui per te.

Amore mio corri qui da me.

Un bacio

Lui.”

Lei prese i petali contenuti nella busta li annusò e con il primo abito trovato in armadio corse da lui.

Lui fingeva di dormire, attese un bacio per attirarla a se baciarla e portarla in un giardino pieno di rose.

Lui e lei giocarono per ore come ragazzini. L’attesa era finita con le luci del mattino, il profumo delle rose ed il rumore dello schiocco dei baci.