Racconto di Elena Marrassini

(Terza pubblicazione – 2 gennaio 2021)

 

 

La stagista dello studio notarile ha grandi, grandissimi occhiali con la montatura tonda color blu elettrico, cosparsa di pagliuzze dorate come lapislazzuli, l’apparecchio ai denti e una madre con soli sedici anni più di lei. E’ scintillante, la stagista.

La sera si sfoga sparando al poligono, dove lavora il suo ultimo patrigno. Con le cuffie tonde sulla testa piena di riccioli tondi è tutta tonda. Fino alle tette, pressoché perfette. Più in basso non è tonda, anzi: ha  fianchi stretti e  gambe belle. E’ fine ma non troppo, la stagista. Ha  polpacci sodi e  cosce giuste, con il thigh gap giusto, talmente giusto da fare invidia al suo capo: uno dei notai più famosi della città. Lui ha le gambe a X. Non esiste nessun thigh gap per lui; è fuori moda, out, come in tutto il resto. E lo sa, si vede che lo sa. E gli brucia, si vede che gli brucia.

Praticamente il ginocchio valgo del notaio è la rivincita della stagista. Lei ci pensa sempre quando le viene da piangere per come lui la tratta davanti ai clienti, così almeno non piange e anzi ride, sommessa ma non troppo, nel bagno coi rubinetti aperti e il rumore calmante dell’acqua. Non gli va mai bene niente, nemmeno le fotocopie fronte retro delle carte d’identità, al notaio più stronzo della città.

E dire che lei ci ha provato a rimanere buona, a sfogarsi con una mano, una mano ti sfiori tu sola dentro una stanza e tutto il mondo fuori ma niente, con lei funziona solo il bersaglio del poligono: una silhouette nera a cui il patrigno finora più simpatico di tutti ha sagomato due magre gambe a X