Racconto di Marco Leonardi

(Seconda pubblicazione)

 

Faccio scorrere lo sguardo su quella meraviglia distesa accanto a me. Di solito le mie donne lanciano gridolini, o urlano di piacere. O stanno zitte. Quella splendida figliola altro che gridolini: una storia intera mi aveva sussurrato, con quella sua voce calda, profonda e avvolgente che, ne sono sicuro, farà impazzire milioni di persone. Non che ci abbia capito molto, di quello che aveva detto. Solo una cosa mi è chiara.

“Quindi, anche se hai le gambe” – le chiedo – “Sei una sirena. Mi rispieghi l’arcano?”

Lei spalanca due abissali occhi neri, sussurra: “Oh, uomo, troppo perso nelle onde del mio amare e nel suono di questa voce, per comprendere le mie parole! ” Poi abbassa le palpebre e comincia a raccontare.

“Era l’8 luglio del 97, a Berkeley Marina. L’uomo, Kary Mullis, stava parlando al telefono con qualcuno di genetica. Mia madre nuotava in quel mare, a poche decine di metri. Cantò:” Vieni!”, lui entrò in acqua, le parlò dei suoi studi…Lei scoprì come era semplice manipolare con la sola forza di volontà il DNA di chi portava in grembo, io.

Quando fu il tempo, mi partorì vicino alla spiaggia di cala Pulcino, a Lampedusa, nel momento esatto in cui un barcone si spezzava sugli scogli; mi baciò i piedi, prima di allontanarsi per sempre. Me li baciò piangendo senza lacrime e mentre piangeva sussurrava: “Vai, cuore mio, vai per le terre degli uomini!” Pensarono, i soccorritori, che fossi figlia di uno dei tanti migranti annegati. Mi adottarono, senza immaginare cosa fossi: con gli uomini crebbi e le vie del mondo percorsi, ansiosa di vedere con i miei occhi ciò che dalle onde potevamo solo immaginare. Ma, scoprii, il mondo era arido e vuoto. Dove stavano tutte le meraviglie di cui si favoleggiava? Dove i draghi? E Pegaso, il cavallo alato, in quali cieli si nascondeva?  E gli obbedienti e servizievoli robot positronici, in che città camminavano? Da quali finestre si ammiravano le notti dipinte da Van Gogh? Da millenni cantiamo ai poeti e ai bambini che guardano il mare: raccontateci il mondo!  Davvero ci hanno sempre ingannate?”

“E quindi?”, domando per stoppare quel fiume di assurdità.

“E quindi” – risponde – “Oggi e solo oggi sono feconda, nato dagli uomini. Quando hai detto che ti sarebbe piaciuto conoscermi meglio, ho capito che forse mi avresti resa madre…”

Mi sveglio di botto dal torpore…

“Azzo stai dicendo??”, le domando un po’ impaurito e parecchio imbufalito.

Lei non fa una piega…

“Ti ho assaggiato, prima: Il tuo DNA mi piace. Sì, penso davvero di usarlo”

Adesso sono completamente sveglio.

Non solo è fuori come una mina, la tizia.

È una pazza furiosa…

Mi infilò i boxer, scendo dal letto come una molla, e: “Ok, bella” – dico con calma furente – “Non so se a tutte le menate che hai raccontato ci credi davvero (e allora ne conosco uno bravo che ti può aiutare) o se qualcuno ti stia costruendo un personaggio addosso. Bene, se è così, svegliati. Sono il tuo agente, lo ricordi? Se tra qualche mese calcherai il palco dell’Ariston, sarà perché l’avrò deciso io, chiaro? Sei mia, lo capisci, vero? Io decido il colore dei tuoi capelli e delle unghie, io cosa dirai quando ti intervisteranno E soprattutto, decido io se e quando metterti incinta, chiaro anche questo?”

“No, non sei tu che decidi”

Mentre dice quelle parole anche lei si alza e cammina verso di me, mentre la luce che filtra dalle tapparelle gioca con il suo corpo nudo come fanno i raggi del sole con l’acqua

E io non so perché, arretro. Arretro con le gambe che cedono, fino a una parete contro cui mi rannicchio tremando.

Colpita dalla lama d’aria che viene dal condizionatore è fredda, fredda e umida come uno scoglio.

Lei mi raggiunge, mi solleva…

“Prenderò il tuo seme, figlio degli uomini. Mi serve, perché la mia creatura nasca in forma umana…e intanto canterò, canterò davvero, e sarai mio. Come lo saranno tutti quelli che mi ascolteranno, al prossimo festival. E poi crescerà, mia figlia, pure lei canterà e sarete anche suoi. È la mia vedetta, la nostra vendetta, per averci sempre ingannate…”

Mentre parla mi slaccia i boxer, mi sfila il condom e incolla il bacino al mio.

Poi, inizia a muoversi come un’onda e a cantare.

E io divento fiume, e il mare mi accoglie.

-°-

https://www.ibs.it/dialoghi-sette-percorsi-narrativi-libro-vari/e/9788874706525

https://www.tomarchioeditore.it/2022/05/04/come-fiori-sul-ciglio-della-strada-aa-vv/