Racconto di Dominique Jean Paul Stanisci

(Seconda pubblicazione – 19 maggio 2021)

 

 

Mentre passeggiava sul ciglio della strada, digitando energicamente sulla tastiera del telefono, un sorriso accese il suo volto. I messaggi che scambiava con la ragazza appena conosciuta svelavano una forte sintonia, una complicità di cui era orfano da troppo tempo e di cui assaporava ogni istante. Camminava a testa bassa, lo sguardo attento sullo schermo, i piedi indubbiamente a terra ma la mente certamente per aria. Gli occhi luminosi, la schiena dritta, il passo svelto e un sorriso da ebete. Giunto all’incrocio, attraversò gioioso la strada, quando all’improvviso una macchina piombò su di lui e lo investì brutalmente facendolo sbalzare prima sul parabrezza e dopo contro il palo del semaforo.

Quando dopo un periodo di incoscienza riaprii gli occhi, Gianmarco si ritrovò al buio. Il suo primo pensiero non fu per le sue condizioni, né per i suoi genitori, non si chiedeva quale assurdità stesse vivendo, del perché non udiva alcun suono, né vedeva alcuna luce, la sua unica preoccupazione era quella di non sentire più le mani con cui avrebbe voluto continuare a scriversi con la ragazza. Attimi eterni che avevano reso il suo tempo memorabile, fino a non desiderare altro che fermarlo per l’eternità. Più importante di ogni avvenimento, più importante di ogni condizione, al punto da far passare in secondo piano il fatto di essere stato cremato e rinchiuso in un’urna.

Schiavo per sempre del suo desiderio di eternità… per l’eternità.