Racconto di Isa Ligabue

(Seconda pubblicazione)

 

Quel giorno le era venuto un pensiero, come una consapevolezza che non era mai arrivata al razionale, così quando la donna si era recata dall’anziana madre per la solita visita pomeridiana di rito, aveva tirato fuori l’album delle fotografie, lo aveva sfogliato con attenzione ed aveva finalmente visto.

In tutte le foto che la ritraevano da piccolissima fino all’adolescenza, lei non sorrideva mai.

Da piccolissima di 8 mesi, a 1 anno in braccio alla madre, lei sì sorridente all’obiettivo senza guardare la bambina, e poi con gli zii, o al mare, o sul triciclo, o in piedi in posa davanti all’automobile del padre, lei era serissima, con gli occhi di chi ha già vissuto tanto malgrado l’età, oppure piangeva o tratteneva a stento le lacrime.

La donna girava le pagine dell’album di fotografie sempre più in fretta, alla ricerca dell’eccezione di un sorriso e invece vedeva solo altri particolari che rivelavano molto: i suoi vestiti stretti e corti, i capelli tagliati senza nessuna grazia.

Quanto aveva pianto da piccola! La donna sentiva come se molti pezzi del mosaico della sua vita ora trovassero una collocazione.

Il primissimo ricordo affiorava chiaro come l’immagine di un film: una bambina sola in piedi nel suo lettino che piange senza fiato aggrappata alle spondine.

L’anima fuori.

Il ricordo era come se la bimba si guardasse dall’esterno e sempre da quella prospettiva, vedesse chi era arrivato a prenderla, la madre forse, c’era solo lei che avrebbe potuto farlo, ma la ricordava solo di spalle davanti alla bimba paonazza senza più fiato.

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