Racconto di Angela Previti

(Prima pubblicazione)

 

Sono un tantino vecchia, dicono che io abbia avuto origine circa 20/30 milioni di anni fa. Il luogo, però, non è noto  visto che ancora non avevano inventato le carte geografiche!
A quei tempi non sapevo ancora che avrei camminato molto e avrei avuto tante mutazioni, ma sicuramente fui un boccone prelibato per quei lucertoloni vegetariani – c’erano anche allora!- vecchi di 300 milioni di anni.
Poi sapete com’è, stanca di essere su quel menù, complice il vento e altre facezie della natura mi spostai e giunsi secoli dopo sino in Messico, naturalmente, questo fu  scoperto in seguito dagli scienziati.
Solo più tardi appresi dei portoghesi che distrussero quella civiltà, ma chissà come, mi salvarono e mi portarono nella loro terra.
Con ogni probabilità i portoghesi mi stavano antipatici e, nonostante la cura e la diffusione che ebbi, scappai per fare un giretto turistico e stabilirmi in un luogo di mio gradimento.
Intravidi, sorvolando i cieli su un’ala di uccello e un pungiglione di ape, una grande fiamma e spruzzi di luce che venivano da un’ alta montagna in mezzo al mare.
Toccai la terra felice, mi sembrava di essere tornata a casa!
Decisi, lì per lì, che da allora in poi quella sarebbe stata la mia nuova terra e produssi a più non posso figli, figli e ancora figli e furono tanti che alcuni si spostarono nelle terre vicine.
Appena capitavo nelle mani degli umani sentivo: “uhmm che buona! Che profumo! Come è dolce! Come è aspra! Caspita se la mangio mi sento meglio! Sai, se la strizzi forte ti dà un succo rigenerante!”
Questo continuo chiacchiericcio sparse la notizia della mia bontà e tutti i mondi conosciuti vollero darmi i natali!
Ma io ero testarda e rimasi avvinghiata a quella terra triangolare. Qualcuno, per dispetto, piantò miei figliastri, tipo arance amare nelle piazze, per abbellirle.
Quando vengo sbucciata emano un profumo intenso, quasi stuzzicante e, i miei spicchi sodi e succosi, a volte rosso vermiglio hanno il sapore di quel fuoco che mi aveva attirato.
Soffro un po’, invero, quando mi ritrovo su alte montagne innevate, “ brrr che freddo”.  Sono gelida, quasi scostante, ma per la dignità che mi ha sempre caratterizzato, regalo anche qui, la mia sublime delizia.
Beh sono cresciuta, ho inondato il globo terrestre della mia succulenta bontà e figuratevi anche che, per diletto, alcuni mi lanciano contro altri durante i giorni in cui si festeggia il carnevale.
Ne soffro un po’, perché mi sembra uno spreco, ma ho imparato che l’umano esagera sempre e non rispetta i doni della natura. Spero, comunque, di vivere ancora altri 30 milioni di anni.

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