Racconto di Galliano Remo De Agostini

(Prima pubblicazione)

 

 

Valentino soleva sedersi su una panca sotto il pergolato della piazza. La riservatezza del posto metteva le ali ai suoi pensieri, liberi di volare senza un ordine preciso né di tempo né di spazio. D’improvviso ebbe un sorriso nostalgico, si ricordava dei suoi primi pantaloni lunghi.

Ai tempi aveva sì e no quindici anni. A dire il vero non ambiva averli, ma, forse per un atavico e comune senso di pudore, sembrava arrivato il momento di mettere a salvo il decoro e il buon costume.

Un mattino d’agosto, lui e sua madre, in bicicletta, presero di buona lena la strada che li portava a valle, da un parente sarto. Da un campionario di stoffe, ne scelsero una. Per capire la buona qualità della tela, la madre ne tagliò un pezzetto e gli dette fuoco: esso si spense all’istante, e l’acre fumo puzzava a piume bruciacchiate.

– È Buona, è pura lana – disse.

Madre e sarto, come due sensali da mercato concordarono il prezzo dandosi con vigore uno schiaffo sulla palma destra della mano. Con questo ancestrale gesto si chiudeva l’affare.

Valentino avrebbe avuto i suoi primi pantaloni lunghi, da sfoggiare con bravura e vanto durante la festività paesana, una delle rare occasioni per mostrarsi, andando su e giù per il borgo del paese, fermandosi nelle bancarelle dei dolciumi, e nel baraccone del tiro al bersaglio.

Giunse così il sabato sera. Nelle strade paludate, i rintocchi festosi delle campane riempivano le strade imbandierate. Le finestre erano abbellite con tappeti e brocche di fiori. I globi alla veneziana appesi venivano lievemente mossi da una dolce brezza, il loro scintillio illuminava quella calda notte di agosto.

L’ansia dello sfoggio non lo lasciò dormire. Le prime luci del mattino svegliarono Valentino. Di immediato lo sguardo si posò sull’attaccapanni dove vide i pantaloni nuovi, sopra una sedia riposavano le vecchie scarpe del nonno, risuolate e lucidate a nuovo. Il giovane guardava il tutto con gran meraviglia.

Non so se fosse cosciente dell’ambiguità di quel momento: in altre parole, troppo piccolo per essere grande e troppo grande per essere piccolo.

Si vestì mirandosi allo specchio del guardaroba: chi era quella nuova presenza? Da lì in poi sarebbe stato lui, doveva mostrare il nuovo Valentino, compito non facile. Voleva scendere per farsi vedere dai suoi e… niente da fare non poteva, finché sentì la perentoria voce della nonna: – Valentino, Valentino, è ora di messa!!

La porta era lì, bastava aprirla e uscire, Valentino la vedeva come se fosse chiusa con sette catenacci. Il cuore sembrava impazzito, batteva a mille, pensando che forse qualche sciocco lo avrebbe schernito.

Finalmente, sentendo gli ultimi richiami delle campane, aprì la porta… e sfidando il mondo si gettò nella piena. Rasentando le pareti delle case, piombò nella chiesa colma di fedeli.

Nessuno… ma proprio nessuno, si accorse dei suoi primi pantaloni lunghi.

 

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