Racconto di Marinella Giuni

(Quarta pubblicazione – 23 aprile 2019)

 

Trasparente, delicata, lenta scivolava dalle venature di una foglia. Era lieta di provare la leggerezza, gioiosa di un bimbo sullo scivolo.

Alla fine della corsa, tuttavia, non avrebbe trovato nulla.

Ripensò a poco prima, quando, molto più in alto era solo piccolissima particella di una grande massa scura: aveva visto sotto di sé alberi e case, aveva tremato alla vista dei lampi e poi – fattasi ancora più piccola – con un grande fragore era scesa velocissima, urlando in coro con altre piccole gocce.

Ora, su quell’albero, aveva ritrovato alcune compagne di viaggio: si erano raccontate le proprie paure – appena vissute – dondolandosi sulle foglie e, pur temendo per l’imminente fine della loro corsa, non potevano non godere di quel momento, di quel verde così luminoso da cancellare il nero squarciato dal fuoco del lampo.

Il tronco dell’albero tossicchiò e diede il benvenuto, la terra si risvegliò e la piccola goccia si appese, con le ultime sue forze, alla foglia.

Presto sarebbe caduta, ma non aveva paura.

Sarebbe rivissuta nella terrà più ricca, nel prato più verde. Salutò il cielo e scese mentre altre cento, mille gocce continuavano a giocare.