Racconto di Doris Bellomusto
(Quinta pubblicazione)

 

Lui sorride con gli occhi, catturando momenti fragili che sta attento a non dimenticare. Ha il sorriso di un collezionista e arricchisce il suo mondo un pezzo per volta. Colleziona tante cose; i fumetti di Crepax, i biglietti aerei, i telefoni, gli zaini Invicta.
Colleziona ricordi personali, ma più in generale gli piace l’idea di essere testimone del ritmo del tempo. Il tempo è il suo più grande amico e il suo più grande nemico.
Si ostina a negarne l’evidenza, si appella alla fisica e non c’è dubbio che abbia ragione, eppure qualche anno fa aveva i suoi capelli in testa e un figlio piccolo; adesso è senza capelli e con un figlio grande. Essere padre è per lui un’esperienza strana, come partecipare ad una festa, ma ritrovarsi soli e non saper ballare. Osserva il festeggiato con attenzione, osserva tutti gli altri con un pizzico di invidia per la spensierata confidenza che sbandierano, lui se ne sta nell’angolo, con un bicchiere di vino in mano, gli occhi irrequieti e le gambe impazienti di portarsi altrove.
Ha gambe ubbidienti al suo bisogno di confondersi e gli piace camminare su strade affollate, al ritmo dei suoi pensieri oziosi, con le spalle un po’ curve, gli occhi attenti e già avidi di altrove.
Gli piacciono le donne, ma non necessariamente ne desidera sensualità, piuttosto delle donne apprezza l’abitudine buona di venire a patti con la complessità del quotidiano e delle relazioni umane, che nelle trame del quotidiano si impigliano. Ogni volta che si innamora o crede di innamorarsi, non fa che dare e prendere lezioni private di vita interiore. È un uomo generoso, ma non sperpera il suo bene e questo è uno dei motivi per cui è caro agli dèi. È scaltro, sa organizzare il suo tempo in modo da non sprecarlo e non sprecarsi in affanni inutili, sa distinguere un problema da risolvere da un vicolo cieco e così cammina sicuro sulla fune del suo tempo.
Lei scioglie nodi, lui annoda il tempo. Hanno la stessa età, percorrono strade diverse e, ogni tanto, svoltano a un incrocio e si danno appuntamento. Puntuali, felici, fradici di occasioni mancate, si scambiano amore e tenerezza, lei dimentica il mondo, lui se ne ricorda. Fuori dal tempo, mano a mano, si restituiscono gioie e nostalgie. Lei sa di mare e di terra, lui non ha odore. Li graffia la vita, si sbucciano le ginocchia a ogni incontro, lui non si concede mai per intero. Forse, intero non è più da tanto tempo. Lei si dà sempre, senza incertezze. Lui è fatto di pezzi diversi e colorati, frantumaglie di vissuti felici e dolorosi, si compongono e scompongono alla luce del suo modo composto di stare al mondo, funziona come un caleidoscopio, lei questo lo sa e si lascia incantare dai colori e dalle forme continuamente cangianti. Si amano o si sono amati già in altro tempo, hanno scoperto la faccia buffa dell’amore che gioca a nascondersi. Non sono giovani, non sono vecchi. Sono fuori tempo. Sono frammenti di universo, meteore, gocce d’acqua, pezzi di ghiaccio. Sono grandine e lava, fiori di campo e neve.
Sono destinati a perdersi, si abbracciano seguendo il ritmo di circostanze banali, vivono un amore irrisorio e, a suo modo, irriverente, intanto la vita irride il loro tempo e scorrono giorni sempre uguali in attesa di un altro abbraccio, forse l’ultimo.

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