Racconto (cronaca) di Stefano Gatti

(prima pubblicazione – 12 ottobre 2020)

 

 

Il virus della Lanterna-

“No le paìan tutti inmatîî?” Chiese una.

Siâ se figûe, òrmâi a pâi unn-a rivolusción!” Rispose l’altra. 1                                                

In Sottoripa non si lesinavano i commenti: tante comari per un gustoso taglia e cuci. 2

Ma facciamo un passo indietro, solo così capiremo come nasce un tipico melodramma all’italiana.

Una tale serie di belinate difficilmente poteva succedere altrove. 3

Partiamo dalla tendenza genovese a satira e ribellione: non sempre ferma alla disubbidienza civile.

Ma la Superba evoca anche focaccia, farinata da export, cantautori impegnati, e un ex comico.

Proprio lui, il neo statista che urla: “Vi mangerei vivi, per potervi poi vomitare!”4

Povero S. Francesco incompreso. Pazienza, lasciamolo perdere, pensiamo alla città come sede

dei primi problemi sulla tazzina: via nesci e abelinati, per sorridere di questa breve burla. 5

Tutto nacque dalle beghe grossisti /distributori: scemenza che all’inizio creò dei mugugni, ma poi

chicchi e macinato cominciarono davvero a sparire.

Con l’acuirsi del problema ci furono le prime proteste, culminate nel famoso “sciopero nazionale

dei baristi”: come dire, anche loro “scesero in campo”.

Ma poi il tragicomico divenne serio, virale.

Comparvero cartelli sulle vetrine dei bar, dai più piccoli dei caruggi, fino ai più eleganti di

Corvetto e Piccapietra. 6

La scritta era: SCIOPERO – NO CAFFÈ

Tale fu l’eco sui media, che seguirono i baristi di Milano, poi delle città del nord, e infine di

tutta Italia. Un modo provocatorio di opporsi alle speculazioni? Forse, però il tira/molla aveva

portato la tazzina al dettaglio a ben 3€!

Come potete immaginare, appena il virus ligure giunse al Vesuvio scoppiò l’inferno:

toglietegli tutto ma non “a tazzulella”7

Nel frattempo, gruppi anarchici colsero l’occasione per una profonda analisi socio-politica:

via di corsa a imbrattare i muri affrescati dei Palazzi storici.

Correva l’epoca del Movimento Gilet Gialli: nemmeno l’illuminato Presidente e la bella Premiere

Femme sapevano che pesci prendere.

Ecco fatto! La fantasia andò al potere e nacque un Movimento analogo: i Gilet Panera.

In tanti restarono interdetti: fuori Zêna la panera non era nota, ma la protesta si avviò comunque,

identificandosi con loro. 8-9

Come la panna montata, montò una dolce REVOLUSCIÓN.

Intanto, visto il continuo braccio di ferro grossisti – intermediari, tornarono borsa nera, cicoria e

sofisticazioni.

Alla fine il Ministro dell’Interno, quello che segue tutto ovunque, come si dice pà cómme ou

porsémmo, intervenne virile e affidò la questione all’Esercito.10

La cosa naufragava nel ridicolo: all’estero non persero occasione per deriderci.

Come non bastasse, la torrefazione militare fu disastrosa: preparato con qualsiasi macchina,

moka o bar, il caffè era una ciofeca. 11

Ma non c’è limite al peggio, intervenne anche la Ministra della Sanità, quella dei vaccini ecc.

dichiarò: “Lo Stato ha l’obbligo flessibile di garantire la disponibilità!”

Profondo significato di obbligo flessibile? Boh!? Evitiamo un processo alle parole.

Astinenza caffè, costo esorbitante delle bionde e derisione estera formarono una mix che punse sul

vivo l’Italicus orgoglium. 12

Infine, voci sulla disponibilità di caffè alla buvette di Montecitorio, forse rifornita in segreto,

fecero traboccare il vaso:“Ci tolgano tutto, non il caffè.”

Fu una conferma del senso dello Stato degli Italiani: ristretto come un espresso.

Intanto l’ex leader di Rifondazione, intervistato all’Avana, si dichiarò pronto alla lotta:

a patto però di guidare la mobilitazione.

Non trascorse molto e gruppi di Gilet Panera si coagularono ovunque, decisi a muover su Roma.

Un’altra marcia dopo quasi cent’anni: dalle camicie nere del ‘22, ai gilet panera del ‘19.

Delegazioni di gilet gialli si unirono alla colonna ma, abituati al brodoso caffè francese, non ne

capivano il senso. Comunque, perché perdersi una ghiotta occasione di révolution?

l’Eliseo col popolare Presidente, si fregava le mani. Come per gli immigrati pensava:

Bien, garde-les aussi!”13

Dopo scontri e incendi di rumenta, Montecitorio fu circondata al grido di: “Vergogna!”14

Un cordone di Carabinieri, in tenuta antisommossa, salvò casta e buvette dal nuovo sacco di Roma. Un miracolo, sarebbe stato peggio dei Visigoti.

Sotto la Lanterna, dove tutto ebbe inizio, le sigle sindacali si riunirono e scesero in corteo,

proprio come ai bei tempi.

De Ferrari e il centro furono occupate da un plateale sit-in. 15

La folla premeva, a stento il servizio d’ordine manteneva la calma.

Poi la protesta cambiò, e come in carcere, quando i  detenuti sbattono piatti, iniziò un minaccioso

tintinnio.

Sotto al Palazzo della Regione migliaia di tazze venivano suonate, nemmeno il tondo Governatore

si affacciò al balcone e osò affrontare la folla.

Si sa, spesso il potente di turno è tentato dal barcunettu. 16

A Roma l’ennesima crisi avviava il balletto delle consultazioni: rito che appassiona il popolino

da lustri.

Tutti gli altri problemi dimenticati: immigrazione incerta, disoccupazione certa, debito enorme,

TAV si/no, terzo valico forse.

Dello spread sembrava non fregar più a nessuno, nemmeno a Confindustria.

Però, visto il calo di consumi e PIL, era giunto il momento di intervenire.

La maggioranza silenziosa, i soliti benpensanti, covavano rabbia e sordo autolesionismo.

Film come quello di Èszenŝtejn sulla Rivoluzione riempivano le sale. 17

Nemmeno il mitico Fantozzi, quello dell’altro comico zeneize, avrebbe potuto urlare:

La corazzata Potemkin è una boiata pazzesca!”

In una atmosfera così cupa, non sarebbero scoppiati applausi.

Poi una sera il Presidente prese la parola: a Reti unite ventilò un risolutivo intervento del

Quirinale, e tutti ascoltarono.

L’Europa ci osservava, e tra le rapaci Agenzie di rating regnava l’incertezza.

Spronati e con consensi in picchiata, Governo e peones finalmente si destarono.

Poi si sa, quando il genio esiste, prima o poi si manifesta: è solo questione di tempo.

Il Ministro delle Infrastrutture, entusiasta e pancia a terra, trovò la soluzione: un tocco di

classe, un lampo nel buio.

I soliti bene informati descrissero così la proposta, formulata di notte durante un Consiglio straordinario:

“Ciao a tutti! Serve una accise eccezionale su carburanti e tariffe autostradali, permetterà

 allo Stato di evitare l’aumento della tazzina. Siamo o no il Governo del cambiamento?

Un trionfo, tutti aderirono ad una proposta nuova e audace. Voto compatto, opposizione favorevole. Non è certo, ma pare che anche Dalema la votò.

I Fratelli nostalgici approvarono, pur con qualche distinguo per tenere buoni i fedelissimi col fez.

Il vecchio Cavaliere, intervistato tra un Processo Ruby e l’altro, salutò dal predellino di un panzer e disse candido: Solo grascie a Noi il buonscenscio è prevalscio.

Il Premier e i due Vice rientrarono a Bruxelles a testa alta.

Col tempo riprese la solita routine: litigi e simpatiche passerelle.

Soluzioni semplici per problemi complessi: come siamo stati stupidi a non pensarci prima!

Ma nella Repubblica Marinara la rivolta era davvero domata?

Difficile rispondere, solo nei caruggi  sentivi la vera “vox populi” che brontolava in zeneize.18

Solito sarcasmo tra una panera e un espresso, spontaneo, forte e disilluso.

Del resto, soprattutto i vecchi, ne avevano viste di tutti i colori, come scordare il protagonista di TE LO DO IO IL BRASILE? 19

Pensavate davvero che si illudessero più di qualcosa?

Ah, mâi bén!” Mormorava un tizio, mentre sfogliava una copia sgualcita del SECOLO.

“Sti chi scí, cu san governâ o Pàize!Gli rispondeva un altro pensionato.  20-21-22

Poi si avvicinava un terzo sfaccendato, e il mugugno riprendeva vigore.

Le scure lucciole della Maddalena, appostate sull’uscio dei bassi lì vicino, annuivano ridendo

con malizia, e forse non capivano. 23

1“Non le sembrano tutti impazziti?” “Ma si figuri, ormai sembra una rivoluzione”

2 Sottoripa : zona c. storico genovese

3 Belinate: scemenze

4 Da un brutto diverbio tra Grillo e i Giornalisti

5 Nesci, abelinati: stolti, scemi

6 Caruggi: vicoli. Corvetto e Piccapietra zone eleganti

7 “tazzulella” tazzina in napoletano

8 Panera: semifreddo al gusto caffè latte

9 Zêna: Genova

10 Sembra come il prezzemolo: Per schernire qualcuno onnipresente

11 Citazione da Totò: “Qui non dovete scrivere CAFFÉ-SPORT, ma CIOFECA…”

12“Italicus orgoglium”: Italico orgoglio in Latinus maccheronicum

Lingua inesistente ma citata con scherno da un terribile vecchio Prof. di Latino

13“Bene, teneteveli pure voi!”

14 Rumenta: spazzatura

15 De Ferrari: piazza, cuore della città

16 Barcun:balcone, terrazzo

17 Sergej Ejzenŝtejn: Regista russo, scrisse e diresse vari film, tra cui la “Corazzata Potemkin”

18 Genovese

19 Varietà televisivo condotto da Grillo nel 1984

20Ah, meno male!” Un modo di dire

21 IL SECOLO XIX giornale ligure

22“Questi sì, che san governare il Paese!”

23 Maddalena: zona del Centro Storico con prostituzione in pieno giorno