Racconto di Gianluigi Vanni Bettega
(Ottava pubblicazione – 25 settembre 2019)
Quando entrai in collegio, era novembre del 1958, da poco i miei compagni di classe, la V elementare, si erano cimentati in una rappresentazione del gioco “ Lascia o raddoppia?”.
Il prefetto aveva recitato la parte di Mike Bongiorno, la parte di Edy Campagnoli invece l’aveva sostenuta Paolo, nostro compagno di classe. Vestito da donna, imitandone gli atteggiamenti, quest’ultimo se l’era cavate benissimo, tanto che da quel giorno tutti lo chiamavano Edy.
Era considerato da tutti come fosse una femmina, ci si rivolgeva a lui al femminile e anch’io mi ritrovai a crederlo femmina. Un giorno mi rivolsi a lui chiamandolo Edy, in risposta ebbi uno sguardo tra l’implorante e il rimprovero che mi fece capire quanto ingiusto fosse quell’atteggiamento.
Feci una grande fatica a resettarmi e tornare a chiamarlo per nome e rivolgermi a lui al maschile.
Passati una decina di anni, entrai come operaio alla Moto Guzzi, lavoravo alle Leghe Leggere, in genere sulle macchine specifiche per i carter del nuovo Falcone, saltuariamente al trapano. Si trattava di un trapano Rosa a tre colonne, attrezzato per tre lavorazioni in sequenza sullo stesso pezzo, forature e lamature. Era un lavoro noioso e allo stesso tempo riposante. Una volta preso il ritmo, potevo tranquillamente staccare il cervello che, quasi, si metteva a pensare ai cavoli suoi. Per esempio, una volta, pulendo la macchina con l’aria compressa, mi trovai a soffiare nell’asola dove si infila il ferro a cuneo per togliere il mandrino col cono Morse, ebbi da lì l’idea che con un fodero così forato si sarebbe potuto sostituire le valvole del motore a scoppio con un sistema rotante a fodero. Allora ero digiuno completamente di motoristica, avevo messo le mani sul mio Motom facendo solo danni! Scoprii presto che il motore 4 tempi con distribuzione a fodero era già stato sperimentato con risultati deludenti e ci rimasi ancor più male quando scoprii che i motori due tempi della stessa Moto Guzzi, Zigolo e Guzzino, avevano l’ammissione con valvola rotante a fodero!! Talvolta ingannavo la noia ripensando la lezione che dovevo portare la sera a scuola, altrimenti mi ponevo quesiti di ordine politico o filosofico.
In uno di questi quesiti mi chiesi com’era possibile che quasi l’intero popolo tedesco non avesse provato orrore nel trattare gli Ebrei, come avesse fatto a considerarli alla stregua di non uomini, ovvero di cose inutili!
Inorridii quando mi ricordai di Paolo, che per me e tutta la classe era diventato Edy! In piccolo, il meccanismo è lo stesso!
Se sei capace di considerare un tuo simile come qualcosa di diverso, hai praticamente licenza di uccidere, senza pietà e senza rimorso. Dovessi io fare una scelta del genere, perderei il diritto di chiamarmi uomo.
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