Racconto di Letizia Sebastiani

(prima pubblicazione – 9 agosto 2019)

 

-Non è male il parco a quest’ora.- -Ne convengo, il sole non è forte come quello di mezzogiorno ma è tuttavia piuttosto caldo, e manca ancora un’ora al tramonto, è stata un’ottima scelta quella di venire verso le cinque- -Mi chiedo quando potrò venirci da solo. – -Me lo chiedo spesso anche io, ogni minuto, e la cosa non riguarda solo il venire al parco.- -Già, poi c’è questa brutta sensazione ai genitali.- -Di umidità dici?- -Sì, perenne, fastidiosa umidità; a volte ho un prurito talmente forte che mi staccherei tutto, se solo potessi ovviamente- -Lascia stare, la crema che uso dovrebbe alleviare i dolori e il prurito ma io non sento molta differenza da quando usavo il borotalco semplice- -Ma che deve fa la crema? Non serve a niente ‘sta roba, sono solo prodotti commerciali, le multinazionali creano di tutto per trarne profitto ma poi a livello d’utilità stiamo messi pari pari come i nostri progenitori… Voglio dire, dopotutto cento anni fa mica avevano le creme per gli arrossamenti da culo, eppure la gente campava lo stesso, poi adesso se ci fai caso è pieno di creme: creme per il giorno, creme per la notte, creme per le mani, per il viso, per la schiena, per i capelli, commestibili, colorate, profumate e senza profumo, con alcool e senza parabeni (che poi non so manco cosa siano i parabeni) sono praticamente perennemente unto in ogni parte del corpo, è una fissa, un’esagerazione secondo me- -Sì, ma comunque prima la gente moriva giovane, quindi una maggiore attenzione a certe cose.- -Basta lavarsi, l’acqua è la parola magica, a proposito, ho sete, dove diamine è quella baldracca?- -Riesco a vederla dalla mia posizione, chiacchiera, sta fumando anche. A proposito di posizione, comincia ad anchilosarmisi un braccio, quella deficiente mica s’è accorta che stavo un pò storto, ed è mezz’ora che sto così, a un certo punto il flusso ematico si blocca, mi vuole mandare in cancrena una mano?- -Ti aiuterei se potessi.- -Lo so amico mio, apprezzo il pensiero, che hai mangiato ieri?- -Fammi pensare, dunque, il giovedì il semolino, stasera è giovedì giusto? Quindi ieri mi pare minestra di pollo…Sì, credo, non mi ricordo bene, mangio sempre le stesse cose e le giornate mi si ripetono in una routine senza fine!- -Oh io ieri sono stato alla festa di compleanno di mia sorella, ho spezzato la routine!- -Beato te, com’è andata?- -All’inizio bene, sono stato coccolato da almeno dodici donne, si sono messe in fila per baciarmi, è stato meraviglioso, anche se ho fatto una figura barbina perchè ad un certo punto mi sono cagato sotto.- -No!- -Eh sì invece, non me ne parlare, lì davanti a tutti…Comunque poi da quel momento la serata è andata peggiorando perchè tra urla e grida non riuscivo a dormire e mi ha preso un mal di testa pazzesco; così ho pianto per tutta la serata. Per dispetto più che altro. Si stavano tutti divertendo tranne me, solo perchè io non posso bere alcool e non riesco a fare quello che fanno tutti gli altri- -Hai fatto bene hai fatto, così imparano a rispettare le tue esigenze, dopotutto esisti anche tu, mi sembra giusto che se ne ricordino- -Puoi scommetterci la crema da culo. Cacchio il braccio, non lo sento più, dici che è ora che mi faccia sentire?- -Sì dai, così magari mi danno da bere pure a me- –Ugue– -Ugue? Che diavolo è Ugue?- -Il mio richiamo- -E che sei una scimmia che devi fa il richiamo? Chiamala e basta- -Perchè tu la sai chiamare?- -Stai a sentire: madreeee.- -Che roba sarebbe?- -Sei nato sordo per caso? Ho chiamato la baldracca- -Certo, io ho sentito , ma lei ha sentito nghè o una cosa simile, cosa credi che ti legga nel pensiero?- -Beh di solito funziona- -Funziona perchè Ugue e Nghè funzionano, non madre, ma pensa te ‘sto montato, dai chiamiamo insieme prima che ci abbandonino quì e a me dovranno amputarmi un arto.- –Ugueee, Ugueee, Ugueee, arrivano?- –Uguee, Uguee, Uguee, sì, si stanno alzando, oh mi raccomando dille della mia sete che sto morendo disidratato.- –Ugueee. E certo ora le mando un telegramma, come diamine faccio a dirglielo? Ugueee– –Ugueee . Come amico fai pena, ma d’altronde non ti ho scelto io..Uguee- -Uguee. E tu fai pena come neonato, santo cielo come si fa a credere di poter parlare a cinque mesi? Uguee- –Uguee. Mi stai dando dell’ingenuo? Aspetta che impari a camminare e ti spaccherò la testa. Uguee- -Uguee. Sì, prima però impara a non cagarti sotto. Ahaahahaha. Uguee- -Uguee. Senti chi parla, oh eccole! Madre, avrei urgente bisogno di rinfrescarmi l’ugola- -Se ciaooo. Oh finalmente mi ha tirato su, oh, credo si stia andando a casa, lo capisco da come mi muove. Beh ci si vede compare, probabilmente domani saremo di nuovo qui- -Va bene amico, porta le carte però che così il tempo non ci passa.-